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BARBARA CALDEROLA
Economia

Berlusconi, il rebus immobili. Quelle case da favola. E adesso Villa Certosa potrebbe essere venduta

I cinque figli devono gestire un impero dalla Brianza al mar dei Caraibi Il gioiello in Costa Smeralda può valere almeno 250 milioni di euro. La compagna Marta Fascina è residente nella storica dimora di Arcore

Villa Certosa
Villa Certosa

Arcore (Monza e Brianza), 7 luglio 2023 - Croce e delizia. Le dimore sfarzose erano il sogno e il demone di Silvio Berlusconi. L’ex premier, nato immobiliarista, ne ha accumulate per tutta la vita. Per diletto, per investimento, o solo per fare un favore a un amico. Ora saranno i cinque figli, come previsto dal testamento, a dovere gestire un impero che va dalla Brianza ad Antigua. Riunite sotto l’ombrello di Idra Spa, oltre 400 milioni di euro di patrimonio, che costa ogni anno più di 20 milioni fra personale, manutenzione, tasse. Ma rende pure, grazie agli affitti degli stabili minori, che la famiglia non abita, circa 18 milioni l’anno. Un business destinato a cambiare. Pier Silvio ha bollato come "fantasiosa" l’ipotesi di trasformare in un parco a tema la più simbolica delle residenze, Arcore. Marta Fascina, compagna anche se non moglie, è residente lì. Ma non pare le sia stato riservato un diritto speciale.

Villa San Martino, quartier generale della Seconda Repubblica, per 50 anni casa del Cav, dall’acquisto per mezzo miliardo di lire (in azioni) nel 1974 a oggi è stata plasmata a immagine e somiglianza del patriarca. Lì, nel mausoleo annesso alla villa, riposano le sue ceneri, accanto a quelle dei genitori. In mezzo alle amate aiuole, sotto gli alberi di un viale, l’ipogeo di Cascella. In casa, opere d’arte e 10mila volumi della biblioteca acquistata dall’ultima Casati Stampa, Anna Maria. Fra le stanze affrescate è passata la storia. Qui, Benedetto Croce era di casa tanto che il marchese Alessandro gli riservò uno studio personale. Silvio faceva da cicerone agli ospiti, il cuore era la pinacoteca, il suo orgoglio: il Tiziano, l’autoritratto di Rembrandt, il Raffaello poi ridimensionato a lavoro della scuola. In sospeso il sogno accarezzato col Comune di dar vita a un museo.

A Lesmo, a un tiro di schioppo, c’è Villa Gernetto, dove nel 2010 Berlusconi accolse Vladimir Putin. La villa, che doveva essere la sede dell’università privata che l’allora presidente immaginava, l’anno scorso è stata la location del “non matrimonio“ con Marta. Il complesso settecentesco fu acquistato nel 1975 dal Credito Italiano che lo usava come centro di formazione: nel 2007 passò a Fininvest per 34 milioni di euro. Ma è in vendita da tempo. A una manciata di chilometri, Villa Belvedere a Macherio, che fu dei Visconti di Modrone, fra le più amate dal presidente, al centro del divorzio con Veronica Lario, alla quale fu inizialmente assegnata. Ma il salasso per mantenerla sarebbe spettato a lei: 1,8 milioni per i 20 dipendenti nel 2010, 487mila euro per la sicurezza. È chiusa dal 2013 per spending review . Legata ai primi anni dell’unione con Veronica anche la casa milanese di via Rovani. A Vimercate c’è Villa Sottocasa, il Cavaliere era proprietario della parte privata, comprata per aiutare un amico. L’anno scorso decise di donare alla città il restauro delle facciate – del Comune – e sostenere (anche qui) il museo ospitato nell’ala attigua. Fra proprietà minori, già cedute, come quella che a Casatenovo ospitò Francesca Pascale, e altre ancora in locazione, si esaurisce il panorama brianzolo.

Ma resta letteralmente mezzo mondo da visitare. A Roma, scaduto l’affitto di Palazzo Grazioli, Berlusconi abitava sull’Appia Antica, a Villa Grande, che prima aveva offerto in comodato d’uso al regista Franco Zeffirelli. Da Marcello Dell’Utri fu invece comprata a 21 milioni (9 la stima) Villa Comalcione a Torno, sul lago di Como, poi rivenduta dallo stesso Berlusconi. Complesso di prestigio come quello sul lago Maggiore, a Lesa, Villa Campari. Del 2010 è l’acquisto di Villa Due Palme a Lampedusa, costata 9 anni di lavori. E poi Cannes, Villa La Lampara, rilevata nel 2019 a 3,6 milioni, dall’ex cognata Antonia Costanzo. Potrebbe essere fra quelle non destinate alla vendita, vista la vicinanza con quella di Marina.

Più difficile, dati gli esborsi, che gli eredi tengano Villa Certosa, la grande residenza sarda simbolo delle estati canore di Mariano Apicella, delle feste animate e delle foto rubate che valsero anni di battaglie legali. Una stima del 2021 la valuta, con ottimismo, 250 milioni. Potrebbe finire sul mercato. Come l’enorme residenza caraibica di Antigua e quella di Bermuda. Da tempo pare che nessuno ci vada. E mantenerle è un lusso eccessivo. Anche per i Berlusconi.