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BEPPE BONI
Esteri

Zuppi e la missione a Mosca, Vaticano e Cremlino dialogano: "Aperto un canale umanitario"

Il capo dei vescovi riferirà al Papa gli esiti della visita in Russia, in attesa delle prossime mosse. Il Cremlino esprime apprezzamento per la "posizione equilibrata e imparziale" della Santa Sede

Bologna, 1 lulgio 2023 – Lo stile, quando il gioco si fa duro e difficile se c’è di mezzo una guerra di aggressione come quella russa in Ucraina, è anche sostanza. Ecco perché il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana, arcivescovo di Bologna e mediatore di lungo corso con esperienze anche in Mozambico (per la Comunità di Sant’Egidio), forse è riuscito ad aprire uno spiraglio di luce, tenue e incerto, fatto di timide aperture ma reale, nella missione di pace che lo ha portato a Mosca, dopo essere già stato a Kiev.

Il cardinale Matteo Zuppi, 67 anni (a sinistra), di fronte a Kirill I (76), patriarca della Chiesa ortodossa russa
Il cardinale Matteo Zuppi, 67 anni (a sinistra), di fronte a Kirill I (76), patriarca della Chiesa ortodossa russa

Il cardinale, uomo abituato a dialogare con i grandi della terra e gli ultimi della strada, non ha preso di petto l’Orso russo, ma per aprire la porta del dialogo è partito con passo felpato dalla missione umanitaria e non ufficialmente diplomatica, dallo scambio di detenuti, dal nodo ancora avvolto di mistero da parte russa dei bambini deportati chissà dove in Russia che il Cremlino con i soliti giochi di parole traduce come "evacuati per sicurezza" (sono 19mila) e altri temi del genere. Il nodo dei bimbi, la cui sorte è tenuta abilmente coperta da Mosca fra disinformazione e mancate risposte, è stato affrontato anche con Maria L’vova-Belova, commissario presso la Federazione Russa per i diritti del bambino.

Dunque, la missione non è finita, anzi potrebbe essere appena avviata se le aperture di Mosca, che comunque smentisce accordi concreti, non presenteranno futuri voltafaccia e retromarce. Mentre Zuppi era in viaggio verso l’Italia con il dossier da esporre a papa Francesco il Vaticano giocando di sponda ha fatto sapere che "i risultati della visita saranno portati alla conoscenza del Santo Padre, in vista di ulteriori passi da compiere". Queste ultime parole, "ulteriori passi da compiere", sono rimbalzate nelle cancellerie dei governi di mezzo mondo, hanno valicato gli oceani, hanno sprigionato una pur prudente fiducia nelle coscienze della gente che ogni giorno assiste in diretta televisiva alle sequenze di bombe, morti e macerie. Certo, il Cremlino, come è nello stile di casa, ha sostanzialmente mostrato freddezza, affidando però al consigliere di Vladimir Putin, Yury Ushakov il compito di incontrare il cardinale e di chiudere la stretta di mano dicendo poi che l’inviato papale avrebbe dimostrato il desiderio di "depoliticizzare tutte le questioni umanitarie e di aiutare le persone in difficoltà, per questo sosteniamo la posizione del Papa". Dunque, la Russia ha espresso apprezzamento per "la posizione equilibrata e imparziale" del Vaticano illustrata da Zuppi con l’apparente intento di non chiudere alla discussione di ulteriori proposte, se emergono. È un piccolo passo di diplomazia, ma un grande passo di speranza per le parti in campo e per il mondo intero. È davvero l’embrione di un negoziato? Meglio non sbilanciarsi quando c’è Vladimir Putin di mezzo, eppure qualcosa si muove.

Da non sottovalutare nello scenario complessivo fatto di ufficialità e colloqui riservati, anche il dialogo imbastito con il patriarca di Mosca, Kirill, personaggio scomodo che ha sempre bendetto l’"operazione militare speciale" di Putin in Ucraina e che mostrò tempo fa forte irritazione per alcune frasi del Papa. Comunque Zuppi e Kirill seduti uno di fronte all’altro in un’atmosfera che non appariva tesa hanno entrambi convenuto sull’impegno delle religioni per arrivare alla pace. Speriamo. Nel comunicato diffuso dalla Santa sede attraverso l’Osservatore romano si riferisce del "fruttuoso incontro" del cardinal Zuppi (che ha anche officiato la messa nella cattedrale madre di Dio nella capitale) con Sua santità Kirill, patriarca di Mosca "al quale l’inviato del Papa ha trasmesso il saluto del Santo padre e con il quale si è ugualmente intrattenuto su iniziative umanitarie che possano facilitare una soluzione pacifica". Per ora, mentre Stati Uniti e Cina, sondano altri tortuosi percorsi di negoziato, va bene così.