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BEPPE BONI
Esteri

Putin arruola anche i delfini per difendere le navi nel Mar Nero

Il Cremlino alza del difese del porto di Sebastopoli. L’ammiraglio Di Paola: Putin è a corto di tecnologia, "Dopo la seconda guerra mondiale gli Stati Uniti utilizzarono questi mammiferi come kamikaze"

Dopo gli avanzi di galera mandati allo sbaraglio con le milizie mercenarie della Wagner, Vladimir Putin arruola anche i delfini per difendere e sorvegliare la flotta del porto di Sebastopoli nel Mar Nero. Può sembrare una scelta a metà fra la tattica e il folklore militare eppure la notizia è stata diffusa dall’Intelligence britannica che parla di un aumento doppio dei recinti che contengono i mammiferi in un’area del porto.

Un delfino
Un delfino

Ammiraglio Giampaolo Di Paola, lei che è stato capo di Stato maggiore della Difesa e ministro pensa sia una notizia reale?

"Se l’ha diffusa l’intelligence inglese, molto attenta allo scenario ucraino, c’è qualcosa di vero. Si può leggere nell’ottica di difendere meglio la base della marina militare di Sebastopoli, fondamentale per i russi".

Che altre nazioni utilizzano i mammiferi addestrati?

"Credo pochissime al mondo. I pionieri a dire il vero sono stati gli americani che dopo la seconda guerra mondiale, negli anni Cinquanta e Sessanta addestrarono i primi delfini anche come portatori di esplosivo. In sostanza delfini kamikaze".

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Li hanno ancora oggi?

"Non credo, fu una attività poi gradualmente e in gran parte abbandonata a favore di altre tecnologie per l’attività sottomarina".

L’esercito italiano utilizza anche i cani anti esplosivo, la marina militare ha mai usato i delfini anche come attività di sorveglianza?

"Assolutamente no, non è mai stato nemmeno pensato un progetto del genere".

I delfini come possono essere addestrati per la sorveglianza?

"Per esempio possono essere ammaestrati con una dotazione di sensori acustici per rilevare i rumori o di sensori ottici per ottenere immagini sottomarine in funzione anti sabotaggio".

Secondo lei è un metodo di difesa efficace?

"Certo può aiutare, ma la tecnologia di oggi dispone di mezzi molto più sofisticati".

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Perché usarli proprio a Sebastopoli?

"I russi oggi nella guerra ucraina sono in difficoltà su molti fronti e a Sebastopoli si può ipotizzare che la carenza di mezzi di sorveglianza li abbia indotti a mettere in campo un metodo supplementare e strade alternative. Del resto loro hanno comunque una tradizione nell’addestramento dei mammiferi marini".

Quanto è importante Sebastopoli per la Russia?

"È il porto e la base navale della Crimea occupata dal 2014 (gli ucraini e la comunità internazionale non riconoscono l’annessione ndr). È considerato il punto di forza per attaccare. Dal mare l’Ucraina ha già effettuato incursioni con i droni".

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Possono individuare i sommozzatori nemici?

"Se dotati della tecnologia necessaria è possibile".

La Difesa inglese parla anche di balene beluga e foche utilizzate nel Mare Artico.

"Per i russi è un’altra area molto sensibile e nell’Artico la sorveglianza è più complessa per le condizioni ambientali. Quindi è possibile che con gli stessi metodi dei delfini abbiano addestrato anche altri animali".