OceanGate: stop alle esplorazioni. Aumentano i dubbi sulla sicurezza del Titan

La società di Rush, morto anche lui nell’implosione del sottomarino con altre 4 persone, ha sospeso tutte le attività commerciali. Forse il cedimento dell’oblò la causa dell’implosione

Roma, 6 luglio 2023 - Con un tragico, e forse colpevole ritardo, visti i vari appelli prima della tragedia sommergibile Titan, la OceanGate ha annunciato la sospensione di tutte le sue esplorazioni ed operazioni commerciali. La società che gestiva i viaggi in fondo al mare per visitare i resti del Titanic con il sottomarino, poi imploso provocando la morte delle cinque persone a bordo, il britannico Hamish Harding, il francese Paul-Henri Nargeolet; il pakistano Shahzada Dawood e il figlio diciannovenne e il ceo della società Stockton Rush, è al centro di diverse inchieste di Usa e Canada.

Il sommergibile Titan di OceanGate Expeditions
Il sommergibile Titan di OceanGate Expeditions

Il batiscafo in realtà ha resistito poco alla pressione della discesa, si è scoperto, ed è imploso poco dopo l'immersione, uccidendo tutti. I detriti sono stati trovati dopo giorni in fondo al mare, a quasi 4.000 metri di profondità, e ora saranno analizzati per comprendere fino a che punto le accuse di negligenza che stanno piovendo sull'OceanGate siano veritiere.

I dubbi non mancano, a partire da documenti giudiziari del 2018 in cui un ex direttore dell'azienda affermava di essere stato licenziato dopo aver sollevato seri dubbi sulla sicurezza del sommergibile. L'accusatore, David Lochridge, avrebbe puntato il dito contro l'oblò, che secondo lui non era stato progettato per resistere alla pressione a 4.000 metri di profondità. "Non voglio fare la Cassandra, ma sono molto preoccupato che possa uccidere se stesso ed altri nel tentativo di appagare il suo ego", scrisse nella Lochridge a proposito del ceo Rush. Anche William Kohnen, un ingegnere a capo di un comitato statunitense sui sommergibili con equipaggio che riunisce aziende e ricercatori, ha dichiarato ai media che il "Titan" era già stato messo in discussione in fatto di sicurezza.

Tom Maddox, ceo di Underwater Investigators, dopo che i pezzi del Titan sono stati recuperati ha sottolineato il fatto che alcuni sono più grandi dell'atteso, vista l'implosione. La possibile spiegazione potrebbe essere che i rottami di dimensioni più grandi fossero in titanio, più resistente rispetto alla fibra di carbonio con cui è stato realizzato gran parte dello scafo, e che ha innescato i dubbi sulla sicurezza del mezzo.