np_user_4025247_000000
CHIARA DI CLEMENTE
Magazine

Nuovo regolamento di Sanremo 2024: sarà un FantaSanremo permanente

Il nuovo regolamento con gli interpreti chiamati a fare anche i co-conduttori rischia di snaturare il Festival, togliendo centralità alla canzone e trasformando la gara in un mega-reality. Dove vincono simpatia, emozioni o casi mediatici

Marco Mengoni, vincitore di Sanremo 2023
Marco Mengoni, vincitore di Sanremo 2023

Roma, 9 luglio 2023 -  Sarà un FantaSanremo permanente. Spazzando via in un colpo i decenni di liturgia pippobaudesca (liturgia praticata anche quando a condurre ci sono stati, per dire, da Raffaella Carrà ad Antonella Clerici, da Fabio Fazio a Carlo Conti), col nuovo regolamento appena reso noto il Festival rischia sul serio di venir meno definitivamente alla tradizionale vocazione di gara che premia la migliore canzone. Con i cantanti che ora sono chiamati a co-condurre lo spettacolo è più che ipotizzabile che a vincere non sarà solo il loro brano e la loro interpretazione del brano, ma anche e soprattutto la verve, la simpatia, l'impatto e perché no? persino l'adesione o meno alle trovate del FantaSanremo che gli stessi porteranno sul palco dell'Ariston nelle vesti di presentatori dei colleghi. 

Va bene ottimizzare i costi in tempi di crisi, va bene pago uno e prendo due (e risparmio in vallette e valetti). Ma il Festival di Amadeus V almeno per due giorni - nelle serate in cui metà dei concorrenti canterà e l'altra metà co-condurrà - contempla ora pesantemente l’opzione di trasformarsi in un mega reality in diretta, in cui è plausibile prevedere che chi magari si presenta in gara con una canzone inascoltabile e l'incapacità di intonarla punti al piano b, da show-man (o show-woman) dei tempi nostri, tirando fuori dal cappello altre abilità, chissà, qualunque cosa: inaspettate evoluzioni da giocoliere? raffinatissimi paradossi situazionisti? pecorecce provocazioni da titolone sul sito di gossip? Nei talent _ anche in quelli musicali _ si sa, più che la sostanza conta la capacità di raccontarsi (il famoso storytelling), la capacità di farsi personaggi e suscitare risonanze emotive, nel bene e nel male, nel pubblico televotante (e a Sanremo il televoto c’è).   

Dopodiché non manca il rischio che un cantante bravissimo con una canzone bellissima nelle vesti di presentatore si riveli timido o nervoso o semplicemente incapace, incappi in una gaffe, risulti antipatico, insopportabile, vattelappesca, presentare non è mica il suo mestiere. E c'è anche il fatto - ben noto - che la settimana sanremese per molti cantanti sia pienissima di tensione, di preoccupazione, oltreché delle belle luci dei riflettori: non sono pochi gli interpreti che passano quei giorni cercando di evitare al massimo ogni stress extra-gara, al fine di dare il meglio nel momento più importante. Che non è il momento della creazione della performance più spettacolare (quello è necessario all’Eurovision). E non è neanche il momento in cui riesci a tenere in equilibrio la palla sul naso scandendo "papalina" per far felice il FantaSanremo, o fai con la camicia scapezzolata il bacio e il twerking con Fedez (idem o anche no). Perché sì, può sembrare strano ma a Sanremo - per alcuni, qualche volta - il momento più importante resta ancora la canzone.