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CARLA MARIA
Magazine

Chevalier, il “Mozart nero“ alla corte di Francia

Il compositore e violinista nato nelle Antille conquistò i favori di Maria Antonietta: un’epopea dimenticata, che adesso diventa un film

Chevalier, il “Mozart nero“ alla corte di Francia
Chevalier, il “Mozart nero“ alla corte di Francia

di Carla Maria

Casanova

Antille misteriosamente culla di imprevedibili nascite illustri. Dello strabiliante caso della bella creola Josephine de Beauharnais nata nel 1763 nella sperduta Martinica, la quale creola, secondo le inverosimili – e invece, quanto veritiere – profezie di una fattucchiera, sarebbe diventata e diventò imperatrice dei francesi (1804-1809), tutto si sa. Ma non fu evento così eccezionale. Era addirittura stato preceduto da uno di importanza per certi aspetti maggiore. Il 25 dicembre 1745, nella vicina Guadalupa aveva visto la luce un bimbo illegittimo, figlio del francese Georges Boulogne, proprietario di piantagioni, e della sua schiava senegalese Nanon: ebbe il pomposo nome Joseph Boulogne Chevalier de Saint- Georges. Sarebbe diventato, con fama internazionale, il “Mozart dalla pelle nera”, come tutti sanno. Cioè, come nessuno sapeva finchè la notizia non è arrivata sugli schermi con il film di Stephen Williams, Chevalier, appena uscito anche in Italia (e disponibile in streaming su Disney+).

Oltre alla illuminata regia di Williams che guarda al celeberrimo Amadeus di Milos Forman, e alla magistrale interpretazione del protagonista Kelvin Harrison Jr., il film – una produzione UsaIrlanda – vanta un eccellente montaggio sonoro e visivo e una realizzazione accurata. Ha una brillante scena d’apertura. Magari, dicono i critici, la storia si appiattisce un po’ nel corpo centrale e i co-protagonisti non sono al livello di Harrison Jr., ma la pellicola ha suscitato scalpore. Adesso, dati storici e aneddoti si sprecano.

Per cominciare, il padre, come dice l’adagio, non è certissimo. Di sicuro era bianco. Il nome del bimbo pare fosse preso dal suo padrino di battesimo. Comunque, padre o padrino, Georges Boulogne lo adottò, e quando ebbe sette anni decise di portarlo in Francia per educarlo, la qual cosa non avrebbe mai potuto fare se non fosse risultato suo figlio, giacchè il pargolo era inesorabilmente un po’ scuro di pelle. A 13 anni il giovane eccelleva in equitazione, fioretto e danza. Due anni più tardi vinse un torneo e fu nominato “gendarme de la garde du Roy” (che era Luigi XVI).

Nel frattempo doveva aver preso lezioni di musica se nel 1771 (a 26 anni) diventava “maestro di musica”. Era anche eccellente violinista e compositore. Due anni più tardi succedeva a François-Joseph Gossec come direttore dell’orchestra Le Concert des Amateurs. Proposto come direttore dell’Opera di Parigi, fu però rifiutato (colore della pelle). A un passo da assumere la direzione dell’orchestra della Loggia Olimpica (era Massone), Joseph si dedicò del tutto alla composizione. Si dilettava ad eseguirla a corte, con Maria Antonietta esecutrice – pare discreta – al cembalo. La sua seconda opera La Chasse (La Caccia) fu data con successo al Théatre des Italiens. Si suppone che Joseph fosse donnaiolo se una notte venne assalito da ignoti, pare mandati da un anziano generale la cui moglie aveva sedotto. Ma lui, pur non essendo un Marc’Antonio (era alto 1.68) ebbe la meglio.

Guai più seri ebbe quale attivista contro la schiavitù e per la riabilitazione della gente di colore. Guai anche durante la Rivoluzione (non suonava con Maria Antonietta?). I successi li aveva con la musica, incontrastati. La sua ultima opera fu comica: La Fille Garçon (decisamente un antesignano!). Eppure morì in solitudine e in povertà, a Parigi, il 10 giugno 1799, a 53 anni. Il Mozart nero, a differenza di quello bianco, ebbe però una sepoltura: nella chiesa parigina di St Marguerite.