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RAFFAELE MARMO
Politica

Ronzulli e le sfide di Forza Italia: "In Europa per vincere. Mai più maggioranze sul modello Ursula"

La capogruppo forzista in Senato: sulle alleanze peseranno i voti. "Berlusconi era il fuoriclasse. Dopo di lui serve la forza della squadra". Il futuro? "Tajani è la persona giusta per traghettarci fino al congresso"

Roma, 6 luglio 2023 – Occhi puntati sull’Europa e sui futuri assetti politici possibili: il Ppe si trova al crocevia delle alleanze? "Parlare di crocevia presuppone una riflessione sui compagni di viaggio che il Partito popolare europeo intende scegliere per costituire una maggioranza politica in grado di sostenere la formazione della Commissione europea. Presuppone dubbi e incertezze, che non mi pare siano all’ordine del giorno", avverte netta e immediata Licia Ronzulli, capogruppo di Forza Italia al Senato.

Licia Ronzulli
Licia Ronzulli

Dunque, avanti tutta per una possibile alleanza Ppe-conservatori-liberali?

"Noi dobbiamo fare il possibile per evitare il ripetersi di quella fase di stallo politico, che nella scorsa legislatura ha portato alla cosiddetta “maggioranza Ursula”, innaturale, forzata, necessaria solo per garantire una governabilità a livello europeo. E nell’ultimo anno sono emerse ancor più evidenti le sue contraddizioni".

A che cosa si riferisce?

"Parlo per esempio di tutti quei dossier intrisi di ideologia di ambientalismo estremo, che hanno trasformato la grande opportunità della transizione verde in un incubo per famiglie, cittadini e imprese. Penso ad auto elettriche, case green, imballaggi. Penso anche al nutriscore, che aveva l’obiettivo di demonizzare eccellenze italiane come il vino. Tutte misure totalmente scollegate dalla realtà, portate avanti con arroganza dal commissario Timmermans, in controtendenza anche rispetto agli altri commissari. Dal giugno del prossimo anno, tutto questo apparterrà al passato".

In questo quadro che ruolo può giocare il centrodestra italiano?

"Determinante. L’attuale maggioranza che sostiene il governo può contare su un patrimonio di consensi che, se proiettato in Europa, potrà garantire una nutrita pattuglia di deputati in grado di fornire il suo contributo per la formazione di una commissione da una chiara connotazione politica. L’auspicio è che l’Unione europea potrà essere lo specchio del centrodestra che guida il nostro Paese".

Ma Matteo Salvini spinge per tenere dentro anche Le Pen e Afd. Perché per voi non è possibile?

"Io mi limito a una riflessione. Come a ogni elezione, i voti si contano. Poiché il sistema elettorale europeo è proporzionale, i singoli partiti nei prossimi mesi tireranno l’acqua al loro mulino. Poi, a urne chiuse, si aprirà tutta un’altra partita. E sarà quella più importante. Perché sarà il momento delle scelte. Ma prima di allora, e senza i voti, è prematuro parlarne".

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Veniamo a Forza Italia: Pier Silvio ha annunciato che non farà politica, nonostante la tentazione.

"Se volesse continuare la politica attiva del padre, per tutta la nostra comunità politica sarebbe un arricchimento. Allo stesso modo, dobbiamo avere grande rispetto per le sue parole".

Certo è che l’effetto Berlusconi continua. Come vede l’evoluzione del partito?

"Io non parlerei di evoluzione, ma di continuità. Nostro compito sarà onorare la memoria del presidente Berlusconi, di raccogliere il suo testimone, di continuarne l’opera. Mi riferisco alla riduzione delle tasse, cioè la pietra angolare che ha ispirato la discesa in campo nel 1994 del leader di Forza Italia. Ma penso anche all’aumento delle pensioni minime, alla tutela delle famiglie, delle categorie più disagiate, delle imprese, a politiche in favore dei giovani, alla semplificazione e alla sburocratizzazione del Paese, alla riforma della giustizia, al miglioramento della rete infrastrutturale, a cominciare dal Ponte sullo Stretto".

Resta fermo che il partito deve camminare senza più Berlusconi.

"Certo, adesso è cambiato tutto. La sua scomparsa ci ha costretto a diventare improvvisamente grandi: dobbiamo dimostrare di saper navigare in mare aperto. Ma per farlo dobbiamo partire innanzitutto dalle regole, dalla struttura. Perché c’è un prima e un dopo il 12 giugno. Prima, la guida, la sintesi, il leader, il fuoriclasse era Berlusconi".

E ora? E più avanti?

"Ora c’è, ci deve essere la squadra. È ovvio che, statuto alla mano, dobbiamo celebrare un Consiglio nazionale per indicare un presidente pro-tempore che ci guidi fino al congresso, e questa figura non può che essere Antonio Tajani, per storia, autorevolezza, esperienza e competenza. È assolutamente necessario che questo percorso si svolga all’insegna della sintonia, della condivisione, della collegialità. Sarebbe un errore non farlo, e sono certa che non lo commetteremo. Forza Italia ha un patrimonio di tutto rispetto, rappresentato dalla classe dirigente e dagli eletti. Ognuno con pari dignità, sempre nel rispetto dei ruoli. Ecco, da qui bisogna partire. Perché lavorando per realizzare davvero il nostro programma e facendolo in modo compatto, continueremo a essere attrattivi".

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È questo che potrebbe favorire nuovi ingressi?

"Si. Abbiamo sempre dimostrato di saper accogliere e riaccogliere. Ma questo deve avvenire privilegiando la qualità di chi entra. L’ingresso dell’eurodeputata Caterina Chinnici, per esempio, è un fiore all’occhiello di cui dobbiamo andare fieri. Evitiamo però di pescare a strascico, tanto per fare numero o per non morire, rischiando così diventare un brodo di coltura che Forza Italia non si merita".

Alle Europee su quale risultato puntate?

"Noi dobbiamo essere capaci di non disperdere il patrimonio che il presidente Berlusconi ci ha lasciato, puntando ad aumentare ancora di più i consensi. Più dimostriamo di avere soluzioni e proposte concrete con serietà e armonia, più i risultati saranno lusinghieri".