Jenin, media: ucciso soldato israeliano. Salgono a 11 le vittime palestinesi, almeno 3.000 gli sfollati

Fonti militari di Gerusalemme: arrestati 120 ricercati. Appello di Abu Mazen all’Onu: “Bisogna fermare l’evacuazione forzata dal campo profughi”. Il premier britannico Sunak a Israele: “Protegga i civili palestinesi”

Roma, 4 luglio 2023 - A Jenin, in Cisgiordania, un soldato israeliano è stato ucciso durante l'incursione militare dell'esercito a caccia di miliziani di Hamas e Jihad islamica. La notizia è riportata da The time of Israel. Il Jerusalem Post, citando fonti della Difesa, riporta che Israele ha iniziato a ritirare le truppe.

Intanto le vittime palestinesi sono salite a 11, ha reso noto il ministero della sanità palestinese. I feriti sono oltre 100, di cui 20 sono gravi. In fuga dal campo profughi, ma secondo alcune fonti palestinesi sono stati gli stessi militari di tzahal ad aver ordinato di lasciare la zona, almeno 3.000 persone, su 18 mila abitanti circa. Il presidente Abu Mazen ha chiesto all'Onu e alla comunità internazionale "di intervenire con urgenza per costringere Israele a fermare l'evacuazione degli abitanti". Ma l'esercito di Gerusalemme invece ha negato di aver allontanato i residenti palestinesi definendo la notizia "senza basi".

Jenin, raid israeliano in cerca di miliziani di Hamas e Jihad islamica
Jenin, raid israeliano in cerca di miliziani di Hamas e Jihad islamica

Secondo la radio pubblica Kan lo sgombero delle famiglie palestinesi è stato coordinato dalla Mezzaluna Rossa. Molti si sono spostati in zone agricole vicine a Jenin. L'incursione, secondo fonti militari israeliane, avrebbe portato alla cattura di 120 ricercati, su una lista di 160 nominativi. Il raid si sta concentrando sui membri di due cellule responsabili di recenti attacchi contro gli israeliani, fra cui la uccisione di un uomo presso l'insediamento ebraico di Hermesh, in Cisgiordania.

Durante l'azione militare l'esercito israeliano ha rinvenuto un deposito di armi ed esplosivi in un nascondiglio sotterraneo all'interno di una moschea, riferiscono i media di Tel Aviv. La moschea è stata al centro di uno degli scontri a fuoco più intensi nella città palestinese: diversi militanti armati si erano barricati all'interno e i soldati hanno fatto irruzione.

Turchia e Giordania hanno condannato l'incursione delle forze con la stella di David a Jenin. Il ministro degli Esteri turco Hakan Fidan ha chiesto che le operazioni militari israeliane e gli attacchi da parte dei coloni contro la popolazione palestinese cessino, definendo tali operazioni "violente provocazioni nei confronti di innocenti". In una conferenza stampa congiunta con il suo omologo giordano Ayman Safadi, Fidan ha annunciato che "come Turchia e Giordania condanniamo con forza gli attacchi israeliani e continueremo a lavorare per la pace nell'area".

Appello del premier britannico Rishi Sunak a Israele affinché nell'azione militare a Jenin vengano protetti i civili. Il primo ministro ha ribadito il sostegno del Regno Unito al diritto di Israele all'autodifesa e ha condannato gli "attacchi terroristici". Sunak però ha sottolineato l'importanza di contenere la risposta militare e la "priorità" della difesa dei civili, invitando "tutte le parti a evitare un'escalation sia in Cisgiordania che a Gaza".