"Il processo telematico crea gravi criticità"

Foti, presidente del gruppo alla Camera, rispedisce al mittente le parole sul Guardasigilli "Conte ci accusa di sfidare l’indipendenza dei giudici? Irrituale da parte di un ex premier".

"Il processo telematico  crea gravi criticità"
"Il processo telematico crea gravi criticità"

di Cosimo Rossi

ROMA

Tommaso Foti, capogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia, il leader dei 5 Stelle, Giuseppe Conte, accusa il governo di "sfidare l’indipendenza e l’autonomia della magistratura", l’Anm si sente sotto attacco. Cosa risponde?

"Mi sembra non solo irrituale, ma ingiustificato, sentire queste valutazioni da un ex premier. Nessuno intende aprire contenziosi con la magistratura: questo dev’essere chiaro per tutti. Ciò non impedisce di avere il dirittodovere di attuare il programma del centrodestra che gli elettori hanno votato".

La cronaca giudiziaria legata ai casi Santanchè e Delmastro sembra travalicare i programmi. Son così nel torto le toghe a temere una reazione punitiva da parte dell’esecutivo?

"Pensare – come mi è parso d’intendere nelle dichiarazioni di Santalucia – che la separazione delle carriere e le riforme costituzionali vengano perseguite come misura punitiva verso la magistratura, mi pare più una provocazione che una critica. Anche perché credo si possa convenire che il tema della separazione delle carriere sia annoso. Per di più la proposta di legge in merito è stata presentata per primo, a inizio legislatura, da un deputato dell’opposizione, l’onorevole Enrico Costa".

Proprio Costa lamenta che, in attesa dell’annunciata proposta del Guardasigilli, la maggioranza abbia mandato la separazione delle carriere su un binario morto...

"Abbiamo detto che la riforma della giustizia sarebbe stata fatta per step. Penso che la separazione delle carriere debba essere l’atto conclusivo, non quello iniziale. Anche perché le altre sono leggi ordinarie, mentre questa è costituzionale. Nessun ritardo quindi: c’è un cronoprogramma e alcune riforme impiegano tempi diversi rispetto ad altre. Per fare buone riforme occorrono ponderazione, moderazione e attenzione".

Nessuna conflittualità o vendetta verso le toghe?

"Certo che no. Pensare che il ministro di giustizia Nordio, che è stato un magistrato di livello, o il sottosegretario alla presidenza Mantovano, la cui cultura giuridica si è formata nella magistratura, possano suggerire o nutrire volontà di vendetta nei riguardi della stessa, mi pare un inno all’irrazionalità".

Le due note di palazzo Chigi e via Arenula come potevano non esacerbare la tensione?

"Nessuno sta cercando un conflitto con la magistratura. Quel comunicato, diciamo la verità, tocca un nervo che non possiamo far finta esser stato scoperto per tutti i governi degli ultimi decenni. E non solo di centrodestra. Ricordo – giusto per far un esempio – quando Mastella in aula doveva fare la relazione sullo stato della giustizia e per la vicenda giudiziaria di sua moglie cadde il governo Prodi due".

Quindi come procedere?

"Occorre rispettare la ripartizione dei poteri, che la Costituzione stabilisce in modo magistrale: il potere legislativo spetta alle Camere, così come i giudici sono sottoposti solo alla legge. Le leggi possono essere abrogate per referendum, modificate dalle Camere o annullate in parte o in toto dalla Consulta. I bilanciamenti sono tali che non occorre innescare tensioni politico-istituzionali che fanno male a tutti. Non si vede quindi perché, se Nordio propone una riforma, l’Anm non possa criticarla anche duramente. E, viceversa, la politica non possa quantomeno dichiararsi sorpresa di fronte ad alcune decisioni che si rispettano, ma si possono anche non condividere".

Si riferisce all’imputazione coatta per Delmastro?

"L’azione del Gip è stata legittima. È altresì un punto di valutazione politica dichiararsi più sorpresi che dispiaciuti. Le motivazioni del pm, tra l’altro molto rigoroso, risultavano talmente esaustive da non dover indurre ad alcuna imputazione coatta".

Le parole di La Russa sul caso del figlio, non sono risultate un po’ improvvide?

"Direi proprio di no. Tuttalpiù dovremmo chiedersi se in fase d’indagine, anche per la delicatezza e il rispetto delle parti in causa, il caso meritasse una diffusione anche mediaticamente così plateale. Proprio per evitare interpretazioni malevole, magari sarebbe consigliabile usare toni più tenui: difatti La Russa ha voluto precisare per sgombrare il campo da fraintendimenti. E ovviamente parlo di opportunità politica, non della legittima facoltà di espressione delle parti coinvolte".