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GIOVANNI ROSSI
Cronaca

Giudici col cronometro Palpeggiò l’alunna, bidello assolto "Il gesto è durato poco"

Il tribunale di Roma: manovra maldestra, non c’era intento libidinoso. La rabbia degli studenti: "Vergogna, le motivazioni ci indignano".

Giudici col cronometro  Palpeggiò l’alunna,  bidello assolto  "Il gesto è durato poco"
Giudici col cronometro Palpeggiò l’alunna, bidello assolto "Il gesto è durato poco"

di Giovanni Rossi

Il rischio, adesso, è che il bidello faccia scuola. Perché a quanto pare c’è palpata e palpata – al fondoschiena della studentessa –, e secondo i giudici della quinta sezione penale del Tribunale di Roma, una toccata volante "non costituisce reato". La sorprendente sentenza offre inattesa assoluzione a un collaboratore scolastico romano finito sotto processo per essersi prodotto in una spericolata manovra ai danni di una 17enne impegnata a raggiungere la propria classe.

È questa la scena che si verifica il 12 aprile scorso, al suono della campanella, all’istituto Cine Tv ’Roberto Rossellini’ della Capitale: la 17enne sale le scale assieme a un’amica, quando "sente una mano da dietro che le mette le mani nei pantaloni, sotto gli slip. Poi quelle mani prima le toccano i glutei, poi le afferrano le mutandine, e infine si sente sollevata di due centimetri". Sorpresa a dire poco, la ragazza si gira e trova il 67enne bidello che la insegue e le dice: "Amo’, lo sai che scherzavo".

Il processo è inevitabile. L’uomo ammette i fatti ma inquadrandoli in un eccesso di confidenza, in uno scherzo – finito male – a chi non lo gradisce e tantomeno è disposto ad accettarlo. I giudici ascoltano la denunciante e le credono. La procura ritiene che il procedimento sia scontato e porta avanti la sua richiesta: 3 anni e mezzo di reclusione, non uno scherzo. Forse anche per questo motivo lo sciagurato bidello diventa un caso. Anzi, il caso. E, cronometro alla mano, i giudici lo salvano con una sentenza tuttavia destinata a far discutere, soprattutto per gli elementi che la motivano.

Per i giudici "nel caso di specie" le modalità "dell’azione lasciano ampi margini di dubbio sulla volontarietà nella violazione della libertà sessuale della ragazzina, considerato proprio la natura di sfioramento, per un tempo sicuramente minimo, posto che l’intera azione si concentra in una manciata di secondi, senza alcun indugio nel toccamento". Inoltre "appare verosimile che lo sfioramento sia causato da una manovra maldestra dell’imputato che, in ragione della dinamica dell’azione, posta in essere mentre i soggetti erano in movimento potrebbe avere accidentalmente e fortuitamente attivato un movimento ulteriore e non confacente all’intento iniziale". Altro che condanna.

L’assoluzione fa discutere e suscita la rabbia della Rete degli Studenti Medi del Lazio. "Siamo indignati dalla motivazione della sentenza – dichiara la coordinatrice Tullia Nargiso –. Di nuovo una molestia non viene riconosciuta in quanto tale per una motivazione assurda, stavolta addirittura in virtù della sua durata". La rappresentante degli studenti e delle studentesse alza la voce: "Vogliamo sentirci sicure in ogni luogo, e in particolare a scuola che dovrebbe insegnare a riconoscere e abbattere le violenze di genere e le discriminazioni. Invece ancora una volta questo non succede, e anzi gli edifici scolastici diventano teatro di molestie neppure riconosciute e punite".