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GIOVANNI SERAFINI
Cronaca

Francia a ferro e fuoco La protesta dilaga: un morto Macron si appella ai genitori "Tenete i vostri figli a casa"

Evacuata Place de la Concorde a Parigi, giovane precipita da un tetto, armeria saccheggiata a Marsiglia. Coprifuoco nelle città, inviati i blindati nelle piazze. E il presidente chiede l’aiuto dei social.

Francia a ferro e fuoco  La protesta dilaga: un morto  Macron si appella ai genitori  "Tenete i vostri figli a casa"
Francia a ferro e fuoco La protesta dilaga: un morto Macron si appella ai genitori "Tenete i vostri figli a casa"

di Giovanni Serafini

875 arresti di cui 408 a Parigi. 249 poliziotti feriti, 1.900 automobili bruciate, 500 fra commissariati, municipi ed altri edifici pubblici presi d’assalto, una quantità di negozi saccheggiati in tutta la Francia, in particolare nelle banlieue a nord della capitale. E ancora: un centro commerciale completamente svuotato a Drancy, un supermercato attaccato a Nantes, un distributore di banconote sventrato con la fiamma ossidrica a Trappe. Un giovane manifestante è morto dopo essere caduto dal tetto a Petit-Quevilly (Seine-Maritime). La terza notte dopo la morte del giovane Nahel è stata di gran lunga peggiore delle precedenti, nonostante i 40mila poliziotti dispiegati dal ministro degli Interni Darmanin: per la prima volta il vento della rivolta è soffiato forte anche a Parigi, dove bande di minorenni hanno espugnato il negozio della Nike e subito dopo la boutique di Zara: tutte cose che hanno ben poco a che vedere con l’”omaggio” al diciassettenne ucciso da un poliziotto a Nanterre, e che ci portano semmai nel mondo della piccola criminalità, della droga e del teppismo. E ieri sera è stata evacuata anche Place de la Concorde. A Marsiglia è stata saccheggiata un’armeria.

Sono scene che ricordano quelle del 2005 a Clichy-sous-Bois, quando la morte di due adolescenti, colpiti a morte da una scarica elettrica nella cabina Edf in cui si erano rifugiati per sfuggire alla polizia, scatenò per un mese la rabbia delle periferie. All’epoca lo stato di emergenza venne deciso 12 giorni dopo l’inizio dei disordini, che continuarono comunque per altre due settimane. Questa volta, vista la gravità della situazione, molti – in particolare i poliziotti, spalleggiati da quasi tutta la destra – si aspettavano che il presidente Macron varasse subito il provvedimento: invece, tenendo conto dell’avviso contrario del premier Elisabeth Borne e di vari ministri, il presidente ha deciso di rinviare la decisione che, grazie alla possibilità di decretare il coprifuoco, avrebbe facilitato i compiti delle forze dell’ordine. Inviati i blindati nelle piazze.

Condanno nel modo più fermo le violenze – ha detto Macron al termine della sua seconda riunione di crisi in 24 ore – ma al momento si è scelto di far scendere in campo contro i rivoltosi “mezzi ed uomini supplementari”, di proibire feste e raduni di piazza fino a nuovo ordine e di avviare un’opera di sensibilizzazione dell’opinione pubblica. La speranza è che, dopo l’ondata gigantesca di violenza, le banlieue si calmino. "Mi appello al senso di responsabilità dei genitori: quel che sta accadendo è nella maggior parte dei casi opera di giovanissimi, di minorenni. È compito delle famiglie, non dello Stato, vigilare su di loro", ha spiegato Macron. Verranno fatti "diversi passi nelle prossime ore" – ha aggiunto – presso i responsabili dei social network affinché ritirino dai loro siti i "contenuti più sensibili": principale strumento di comunicazione fra i giovanissimi, i vari WhatsApp, TikTok, Messenger, Telegram diffondono video e messaggi spesso costruiti ad hoc per eccitare gli animi: "I gestori debbono collaborare con noi per fermare la corsa alla violenza". Ultimo intervento del presidente, la condanna delle "inaccettabili strumentalizzazioni politiche della morte di un adolescente": riferimento chiarissimo al leader dell’ultra gauche Jean-Luc Mélenchon.

Oggi si svolgeranno a Nanterre i funerali di Nahel. Si temono incidenti forse più gravi dei giorni scorsi.Ieri sera è arrivato l’appello dei calciatori della nazionale: "Il tempo delle violenze deve finire". Le forze dell’ordine, stressate da cinque anni di aggressioni e di scontri, dai gilet gialli agli ultrà scesi in guerra contro la riforma pensionistica, manifestano nervosismo. Non hanno apprezzato la condanna di Macron nei confronti del poliziotto ("gesto inaccettabile"). Non condividono inoltre il ritratto “agiografico” di Nahel sui social: non era un santo, dicono, dal momento che era già stato fermato 12 volte per vari reati, l’ultima 4 giorni prima di morire.