Fisco, il flop dei controlli. La Corte dei Conti: “Oltre un accertamento su 10 non va a buon fine”

Le rilevazioni indicano che l’11.9% dei controlli tributari ha dato esito negativo o è andata incontro alla procedura di annullamento in autotutela

Corte dei Conti (ImagoE)
Corte dei Conti (ImagoE)

Roma, 8 luglio 2023 – Storia di un rapporto fatto di sospetti e diffidenze. Non che i controlli fiscali debbano essere fonte di particolare empatia tra i contribuenti e la macchina dello Stato, ma i dati resi noti dalla Corte dei Conti nella relazione sul rendiconto generale dello Stato 2022 indicano, che spesso – probabilmente troppo spesso – gli accertamenti che vengono effettuati dagli uffici competenti in tema fiscale, non vanno nella direzione giusta. Oltre un accertamento su dieci non va a buon fine Le rilevazioni della Corte, riprese da Italia Oggi, indicano che l’11,9% degli accertamenti tributari legati alle verifiche sui redditi e sui versamenti dell’Iva ha dato esito negativo oppure è andato incontro alla procedura di annullamento in autotutela. Contestualmente sono state rilevate criticità anche in relazione agli avvisi bonari, le cui percentuali di annullamento sono passate da una media dell’1,7% nel 2020 e 2021 al 6,1% rilevato nel 2022. In quest’ultimo aspetto il rapporto col totale è ancora relativamente basso e in ogni caso è fisiologico per il sistema mettere in conto una quota di azioni destinata a non andare a buon fine, perché se è vero che la perfezione non è di questo mondo, non si può pretendere che lo sia tra i meandri degli accertamenti fiscali. Resta però il fatto che nell’arco di pochi mesi la percentuale è praticamente triplicata, dato che non può essere sottovalutato e che impone riflessioni. Approccio da rivedere? Ed è infatti proprio su questo aspetto che si concentrano le considerazioni che scaturiscono dal report della Corte dei Conti: serve aprire una riflessione sull’ottimizzazione della macchina statale che possa garantire da una parte l’imprescindibile ruolo di deterrenza nei confronti di chi va alla ricerca di pieghe nelle quali insinuarsi per falsare le proprie comunicazioni in termini di redditi e imposte dovute e dall’altra parte rendere il sistema il più efficiente possibile anche in relazione ai procedimenti che per lo Stato rappresentano ritorni di ridotta o ridottissima entità. Nell’ottica di queste considerazioni rientra anche il fatto che l’incremento degli annullamenti riconosciuti sugli sviluppi delle istanze in autotutela presentate dal contribuente sarebbero legate a criticità nelle procedure di controllo automatizzato. Un milione di avvisi annullati I controlli restano serrati e i riscontri degli uffici della pubblica amministrazione lo dimostrano, ma il 2022 ha portato, oltre a un notevole aumento delle comunicazioni rivolte ai contribuenti, alla cifra record di 994.698 avvisi annullati o parzialmente rettificati. L’ordine di grandezza è dato dal fatto che la media è inferiore di circa la metà. La Corte dei Conti è intervenuta anche su questo aspetto, evidenziando criticità legate alla complessità del sistema normativo. Gli avvisi bonari

Le comunicazioni di irregolarità relative a procedure di liquidazione automatizzata delle imposte relative alle dichiarazioni dei redditi e dell'Iva sono cresciute da 4,4 milioni nel 2020 a 6,9 milioni nel 2021 e a 7,3 milioni nel 2022. Sempre nel 2022 poi risultano 4,2 milioni le comunicazioni iscritte a ruolo (cioè gli atti che non vengono pagati dai contribuenti e che passano nelle mani del riscossore) rispetto al milione e 600.000 che sono invece stati incassati, segno che molti di questi hanno esito negativo, con conseguenze sulla saturazione del sistema. Ad ogni modo che lo Stato debba continuare a tenere alta la guardia è certificato dagli importi relativi alle riscossioni ottenute: nel 2022 gli incassi relativi agli avvisi bonari sono stati 11 miliardi e 200 milioni di euro, cifra raggiunta grazie a un incremento di circa 3 miliardi rispetto sia al 2020 e al 2021, per un incremento che vale il +35,6%. La cifra è in linea che gli importi rilevati nel periodo che ha preceduto la pandemia di Covid.