Attentato in Cisgiordania: quattro israeliani uccisi nell’attacco a una stazione di servizio

Colpi d’arma da fuoco a Eli, insediamento nei pressi di Nablus. Quattro feriti: uno è in condizioni critiche. Uccisi i due attentatori. Netanyahu: “Chiunque ci ha fatto del male è in prigione o al cimitero”

Tel Aviv, 20 giugno 2023 – Quattro israeliani sono rimasti uccisi nell'attacco a colpi d'arma da fuoco avvenuto nel pomeriggio in una stazione di servizio di Eli, insediamento ebraico nei pressi di Nablus, in Cisgiordania. Lo hanno riferito, citati dai media, i medici secondo cui altre quattro persone sono state trasportate in ospedale: uno dei feriti pare essere in condizioni critiche, mentre gli altri tre non destano particolari preoccupazioni. L'esercito ha confermato che i “terroristi hanno aperto il fuoco alla stazione di servizio”.

Il luogo dell'attentato a Eli, in Cisgiordania
Il luogo dell'attentato a Eli, in Cisgiordania

I due attentatori palestinesi sono stati entrambi uccisi: il primo, Muhannad Faleh Abdullah Shehadeh (26 anni), dalla reazione di un civile israeliano nella stessa stazione di servizio.

Il secondo, Khaled Mustafa Abdel-Latif Sabah (24 anni), datosi alla fuga è stato poi rintracciato vicino la cittadina palestinese di Tubas su un'auto rubata durante l'attentato ed eliminato. Entrambi, secondo la stessa organizzazione, erano affiliati di Hamas.

"Tutte le opzioni sono aperte", ha dichiarato il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu. "Chiunque ci ha fatto del male è in prigione o al cimitero. Questo caso non sarà diverso", ha aggiunto Netanyahu in un video in cui ha ribadito che "continueremo a combattere il terrorismo a pieno regime e lo sconfiggeremo".

Intanto Hamas e la Jihad Islamica, due formazioni terroristiche palestinesi, hanno elogiato l'attacco a Eli, pur non rivendicandolo per il momento. "Si tratta di una risposta naturale all'escalation e ai crimini dell'occupazione contro il popolo palestinese", ha commentato la Jihad Islamica, mentre un portavoce di Hamas, che controlla la Striscia di Gaza, ha sottolineato che "la reazione è stata rapida contro i crimini dell'occupazione nel campo profughi di Jenin e l'assalto ad Al-Aqsa".

In Cisgiordania la tensione è sempre più alle stelle. Ieri sei palestinesi sono morti a Jenin nel corso di prolungati scontri a fuoco fra miliziani e reparti dell'esercito israeliano. Il numero complessivo dei feriti è di circa 100. L'esercito israeliano ha elevato lo stato di allerta nel nord della Cisgiordania.

Una situazione che preoccupa la comunità internazionale. Tanto che l’Unione Europea ha lanciato un appello a Israele, chiedendo di interrompere i piani di nuovi insediamenti: “L'Ue è fortemente preoccupata per gli ultimi avvenimenti in Cisgiordania: le operazioni militari devono essere proporzionate e in linea con il diritto umanitario internazionale”. Lo sostiene un portavoce del servizio di azione esterna della Commissione Europea. Che aggiunge: “In linea con la sua forte opposizione di lunga data alla politica degli insediamenti di Israele, l'Ue è preoccupata per i piani annunciati di procedere con oltre 4.000 unità nella Cisgiordania occupata alla fine di giugno: invitiano Israele a non procedere”.