Il ministero contro i giudici "L’imputazione coatta? Irrazionale, è da rivedere"

Assente Nordio, da via Arenula arriva una nota non firmata che accusa le toghe del caso Delmastro "Anomalie nel funzionamento che la riforma in atto mira a eliminare una volta per tutte".

Il ministero contro i giudici  "L’imputazione coatta?  Irrazionale, è da rivedere"
Il ministero contro i giudici "L’imputazione coatta? Irrazionale, è da rivedere"

Pronti a intervenire per secretare gli avvisi di garanzia contro lo sciacallaggio mediatico e per "una riforma radicale che attui pienamente il sistema accusatorio", risolvendone le "irrazionalità" quali l’imputazione coatta. Il ministero della Giustizia interviene così in proposito alle vicende giudiziarie che investono la ministra del turismo Daniela Santanchè e il sottosegretario Andrea Delmastro. Assente il ministro Carlo Nordio – impegnato a Tokyo per il G7 –, gli uffici di via Arenula rispondono nel merito alla chiamata in campo da parte di palazzo Chigi, che giovedì aveva diramato una dura nota nei riguardi delle toghe, accusate di "svolgere un ruolo attivo di opposizione e di inaugurare anzitempo la campagna elettorale per le elezioni europee".

Casi differenti quelli di Santanchè e Delmastro. La ministra – indagata per la gestione finanziaria di Visibilia, il gruppo editoriale da lei fondato – si era difesa in Senato sostenendo di non aver ricevuto notizie di indagine; salvo conferma da parte della procura. A riguardo il ministero manifesta "ancora una volta, lo sconcerto per l’ennesima comunicazione a mezzo stampa di un atto che dovrebbe rimanere riservato". Prassi che, come la pubblicazione delle intercettazioni, Nordio ha sempre esecrato: "La riforma mira a eliminare questa anomalia – informa il ministero –, tutelando l’onore di ogni cittadino sino a condanna definitiva". Una stretta prevista nel progetto di riforma che il Parlamento si accinge ad approvare; anche se il governo sta meditando di modificare in senso restrittivo il provvedimento.

Nel caso Delmastro, invece, il pm aveva chiesto l’archiviazione delle accuse di rivelazione del segreto d’ufficio in merito ad alcune informazioni collegate al caso Cospito (l’anarchico detenuto al 41 bis), la il Gip ha chiesto l’imputazione coatta del sottosegretario. La qual cosa, ad avviso del ministro, dimostra "l’irrazionalità del nostro sistema". All’atto del processo, infatti, "l’accusa non farà altro che insistere nella richiesta di proscioglimento – spiega la nota di via Arenula –. Laddove, al contrario, chiederà una condanna non farà altro che contraddire se stesso". Considerato che la gran parte delle imputazioni coatte si conclude "con assoluzioni dopo processi lunghi e dolorosi quanto inutili, con spreco di risorse umane ed economiche anche per le necessarie attività difensive, secondo il ministero si rende "necessaria una riforma radicale" del sistema. La parola torna alla Procura, che dovrà presentare una richiesta di rinvio a giudizio che potrebbe arrivare prima dell’estate.

Co.R.