di Riccardo Jannello
Più che la panchina che scotta (quella del Paris Saint Germain, squadra dalla quale sarà probabilmente esonerato) all’allenatore Cristophe Galtier, 56 anni, marsigliese, ora bruciano i polsi. Il calcio transalpino, e non solo, è sotto choc perché il tecnico è finito in manette a Nizza, città nella quale aveva allenato nel 2021-2022 e dove aveva avuto una forte polemica perché in squadra c’erano, a suo dire, troppi giocatori di colore e islamici. L’accusa per la quale la polizia giudiziaria lo trattiene è discriminazione per razza e religione. Il fermo tecnico a cui è stato sottoposto (così si chiama in Francia) durerà fino alla fine degli interrogatori. Anche il figlio Jordan, 34 anni, agente del padre, è stato fermato ma dopo l’interrogatorio rilasciato.
La vicenda nasce da uno scoop di Radio Monte Carlo; l’inchiesta è stata aperta la scorso aprile, anche se i fatti si riferiscono all’autunno del 2021, appena Galtier era arrivato alla guida della formazione nizzarda. Il direttore tecnico della squadra della Costa Azzurra – anch’essa in Ligue 1 –, Julien Fournier, in una mail interna aveva scritto che Galtier "è venuto nel mio ufficio e mi ha detto che non avremmo dovuto avere tanti giocatori di colore e musulmani in squadra. E mi ha detto che era andato al ristorante e che tanti gli avevano fatto notare che il Nizza è una squadra di negri. Dovevamo adeguarci al sentimento della città". Quando la mail è stata divulgata, le reazioni sono state molto dure da parte dei tifosi non solo del Nizza, che hanno accusato sui social Galtier di essere razzista e provocatore. Fournier ha confermato le parole del suo tecnico, mentre l’allenatore ha sempre negato di avere detto cose "che non pensa". Fra i due c’era stata anche una rissa negli spogliatori. "Ci siamo proprio picchiati", dichiarò il direttore tecnico ex Parma.
La polemica covata sotto la cenere, e che a un certo punto sembrava dimenticata, è riemersa come un incendio con l’inizio dell’inchiesta e ora è sfociata nella clamorosa custodia cautelare del tecnico, confermata dal procuratore di Nizza Xavier Bonhomme, che ha annunciato il processo il prossimo 15 dicembre. La prima conseguenza sarà quella che già i tifosi del Paris Saint Germain – che non hanno digerito l’ennesimo flop europeo della loro squadra di superstar – avevano auspicato nel momento in cui uscì sui media il contenuto della mail quando chiesero "l’immediato licenziamento del tecnico se ne fossero state verificate le parole". L’addio di Messi – approdato nel campionato americano – e le voci che danno in partenza dal Psg Mbappè, Neymar e Verratti – per offerte economiche, certo, ma anche per non avere digerito Galtier – avevano già messo sulla graticola il marsigliese che ora vive un momento ancora più tremendo della sua vita.
A sostituirlo alla guida della formazione dello sceicco Nasser Al-Khelaifi potrebbe essere un tecnico che da un punto di vista etico sembra molto più adeguato, vale a dire Luis Enrique, capace di rinunciare alla panchina della Nazionale spagnola durante la malattia, e poi la morte, della figlia. Galtier diventa sempre più indigesto per un proprietario, il fondo di investimento del Qatar, musulmano. Il "canterano" dell’Olympique Marsiglia come giocatore è sempre stato in patria, dove da difensore ha girato diverse squadre realizzando in tutta la sua carriera soltanto un gol. Come allenatore ha un’esperienza in Inghilterra e una, da vice, in una formazione degli Emirati Arabi Uniti, l’Al-Ain. Di giocatori musulmani e di colore avrebbe dovuto intendersene.