El Nino è tornato, rischio caldo record in tutto il globo. Wmo: “Governi, preparatevi”

L’annuncio della Wmo (Onu): dopo 7 anni, la temperatura del Pacifico torna a salire, con conseguenze potenzialmente estreme. E’ un avvertimento a tutti i governi, perché si preparino a limitarne l’impatto

Roma, 4 luglio 2023 – El Niño è tornato. Come previsto due mesi fa dall’Organizzazione meteorologica internazionale, dopo sette anni il mondo farà i conti con il riscaldamento dell’oceano Pacifico in grado di scatenare caldo record in viarie parti del mondo.

E’ un comunicato della stessa Wmo, agenzia specializzata dell’Onu, ad annunciare l’arrivo di El Niño , dato finora come altamente probabile ma non certo. “Aumenterà di molto il rischio di battere i record di temperatura e innescherà più caldo estremo in molte parti del mondo e degli oceani”,  scrive il segretario generale della Wmo, Petteri Taalas. E’ un avvertimento ai governi di tutto il globo, perché “si preparino a limitarne l’impatto sulla nostra salute, sugli ecosistemi e sulle economie”. Intervenire tempestivamente, anzi preventivamente, è fondamentale per “salvare vite”. 

Ma cos’è El Nino? 

Si tratta di un sistema climatico che si presenta in media ogni 2-7 anni. L'ultimo si era verificato nel 2016, l'anno il più caldo mai registrato. E’ “associato al riscaldamento delle temperature superficiali dell'Oceano Pacifico tropicale centrale e orientale”, spiega il rapporto del Wmo. Ha un impatto opposto rispetto a La Niña, che comporta invece un raffreddamento delle acque e che ha appena terminato il suo ciclo di tre anni. Nonostante una fase così prolungata della Niña il mondo ha sperimentato gli 8 anni più caldi della sua storia. Le conseguenze del Niño, sommate a quelle dei gas serra, secondo gli esperti, potrebbero essere dunque devastanti. 

Il picco del caldo nel 2024

“Per la prima volta dopo sette anni El Niño si è sviluppato nel Pacifico tropicale, ponendo le basi per un probabile aumento delle temperature globali e condizioni meteorologiche e climatiche dirompenti  –  si legge nel dispaccio dell’Organizzazione meteorologica internazionale –. Esiste una probabilità del 90% che l'evento  continui durante la seconda metà del 2023. Secondo le previsioni sarà almeno di intensità moderata”. Solitamente, spiega la Wmo, gli effetti di El Nino sulle temperature globali raggiungono il culmine nell’anno successivo, quindi in questo caso, sarà con tutta probabilità il 2024 l’anno con il picco di caldo. 

El Nino si somma all’effetto serra

Secondo il rapporto della Wmo pubblicato nel maggio scorso, “esiste una probabilità del 98% che almeno uno dei prossimi cinque anni, e il quinquennio nel suo insieme, sarà il più caldo di sempre”. C’è inoltre “una probabilità del 66% che la temperatura globale media annuale tra il 2023 e il 2027 resterà almeno per un anno di 1,5°C sopra i livelli pre-industriali”. 

Evidenti le implicazioni sul rispetto dell’accordo di Parigi, con cui gli Stati si impegnano a contenere l’aumento delle temperature nel lungo termine entro 1,5°C rispetto al livello medio pre-industriale. Con il contributo di El Niño al surriscaldamento, sarà necessario lavorare ancora di più sull’effetto serra per mantenere gli obiettivi sul clima. Per Chris Hewitt, direttore dei Servizi climatici della Wmo è un chiaro “campanello di allarme”.