Villeggiatura sui pedali: un business che vale 5 miliardi

Villeggiatura  sui pedali:  un business  che vale  5 miliardi
Villeggiatura sui pedali: un business che vale 5 miliardi

LA LUNGA MARCIA dell’Italia, primo Paese per bellezze naturali e architettoniche nel mondo ma solo quinto - con 65 milioni di visitatori all’anno - come meta dei sogni per la sempre più folta comunità internazionale di turisti, è cominciata. Almeno nelle parole e nei programmi, in attesa di effetti concreti che consentano al Belpaese di scavalcare chi ci precede: Francia (89 milioni di turisti all’anno), Spagna (84), Stati Uniti (79), Cina (66). E una delle frecce all’arco dell’Italia dovrebbe essere il turismo sportivo che nel 2021 (ultimi dati disponibili da Enit) ha attirato alle nostre latitudini 209mila turisti internazionali, con 750mila pernottamenti registrati e una spesa complessiva di 104 milioni di euro. Si può fare di più, molto di più per coltivare una nicchia di turismo di medio-alto livello in costante crescita nel mondo, dal ciclismo al golf, dal running all’escursionismo. Una fascia di visitatori giovani, sempre stando ai dati diffusi da Enit, in prevalenza di turisti internazionali di età compresa tra i 25 e 45 anni, con un’incidenza del 66% sul totale così ripartita: il 33,4% appartengono alla fascia 35-44 anni e il 32,7% a quella 25-34.

In termini di introiti, la Germania si conferma il primo Paese di provenienza: 43 milioni di euro nel 2021, il 41,4% del totale speso per la vacanza sportiva in Italia. Seguono Austria (17 milioni, il 16%) e Regno Unito (8 milioni di euro, il 7,3%). E ancora, in ordine decrescente: Svizzera, Francia e Olanda.

Le regioni maggiormente interessate dalla vacanza sportiva degli stranieri sono quelle del Nord-est dove si concentra il 46,6% della spesa (48 milioni di euro), dove la parte del leone lo fa grazie da sempre il Trentino-Alto Adige (28 milioni di euro). Il Nord-Ovest calamira un ulteriore 23% degli sportivi dal mondo, mentre al Centro (7%) e soprattutto al Sud (18%) resta molto da fare. Le potenzialità, d’altronde, ci sono tutte. Quale Paese può offrire una tale diversità di climi, paesaggi e astmosfere dal Nord alpino e lacustre al cuore appenninico d’Italia fino alle spiagge incantevoli - sabbiose, rocciose, vulcaniche - che spiccano sui 7.456 chilometri di coste. Ce n’è per tutti i gusti. Mancano, spesso, gli eventi di livello e le strutture capaci di attirare clientela internazionale disposta a spendere. Neppure poco, se è vero che - come fa sapere Enit - gli alberghi insieme ai villaggi turistici sono la tipologia di alloggio prescelta: la quota della spesa internazionale per vacanza sportiva in queste strutture è del 43% circa, seguite dal 24% delle case in affitto. C’è il Giro d’Italia, affiancato da EGiro per le bici elettriche, a portare sulle tv di mezzo mondo iconiche salite e piste ciclabili italiane. Uno spot, quest’anno, soprattutto per l’incantevole Costa dei Trabocchi abruzzese, da cui è partita la carovana rosa. Ma il Giro non basta. Serve fare sistema, creare opportunità e farle conoscere alla community di sportivi nel mondo che cresce senza sosta, per agonismo o puro piacere, sempre per salute.

Da Roma arrivano segnali di incoraggiamento. "Il cicloturismo è un segmento turistico fondamentale che vale 5 miliardi – ha scandito di recente il ministro Daniela Santanchè – un segmento che in Italia può e deve crescere, anche in ambito di destagionalizzazione. Eventi sportivi come il Giro aiutano moltissimo il turismo e fanno crescere il Pil, con ricadute fondamentali per il territorio, basti pensare che le prenotazioni alberghiere per seguire la “corsa rosa“ sono arrivate a 38mila. Un numero importantissimo che fa capire perché il governo creda così tanto in questo evento e nella sua riuscita, anche in ottica di aggiudicazione di Expo 2030, che è la grande partita su cui ci stiamo impegnando al massimo". Ivana Jelinic, presidente e Ceo Enit, aggiunge: "È incredibile il ruolo che può avere una passeggiata in bici, una competizione sportiva in bici nel delineare un itinerario ideale italiano ma soprattutto nel far respirare dalla prospettiva del sellino di lifestyle e tutto il patchwork di panorami variegati della Penisola con le sue caratteristiche e peculiarità. L’impalcatura dell’Italia è formata anche e soprattutto dalle piccole comunità e dai luoghi meno noti e questa è una grande occasione per conoscerli divertendosi. Dalla bici è possibile portare alla luce quelle località che non sono attraversate dall’inusuale". La bici come moltiplicatore di possibilità per il turismo.

Non solo. Perché anche la corsa vuole la sua parte e conta una comunità che solo in Italia conta 7 milioni di persone che corrono almeno una volta alla settimana, secondo l’indagine di Istituto Piepoli e Fidal Runeconomy. Moltiplicata per il nucleo dei grandi Paesi, e limitandosi all’Europa, fa un potenziale che va ben oltre i 50 milioni di turisti sportivi. Anche qui, bastano pochi numeri per rendersi conto di quanto si potrebbe ancora fare: per la Maratona di Roma si calcola un indotto di circa 40 milioni di euro per la città, in un singolo giorno di corsa collettiva, la maratona di Venezia porta circa 10 milioni di euro, mentre a Verona la stessa Camera di Commercio ha calcolato nel 2019 - prima dell’impennata dell’inflazione, quindi al ribasso - un indotto di 3milioni di euro solo per alberghi, ristoranti e altri servizi.

Insomma, un grande affare dove non a caso Paesi piccoli come dimensioni ma dinamici e innovativi come Israele si sono gettati a capofitto. Solo l’ultima maratona di Gerusalemme ha attirato 40mila iscritti da tutto il mondo, con pacchetti ad hoc per visitatori stranieri alla scoperta del deserto del Negev, tra soggiorni benessere sul Mar Morto, city break a Tel Aviv e la scoperta della Galilea. Perché non c’è migliore scusa dello sport per andare alla scoperta di un intero Paese.