"Sughi e conserve da un miliardo Noi, primi in Europa"

"Sughi  e conserve  da un miliardo  Noi, primi  in Europa"
"Sughi e conserve da un miliardo Noi, primi in Europa"

FORSE NON TUTTI conoscono il marchio La Doria ma ogni giorno migliaia, se non milioni di consumatori in Italia e in Europa ne acquistano e apprezzano i prodotti: legumi conservati, pelati e polpa di pomodoro, sughi pronti, succhi e bevande di frutta. Perché solo una piccola parte della produzione finisce sugli scaffali con il brand di questa azienda fondata ad Angri, nel Salernitano, nel 1954 da Diodato Ferraioli e oggi guidata dal figlio e Ceo del gruppo Antonio e con già l’ingresso della terza generazione rappresentata dal nipote Enzo e dal figlio Diodato, rispettivamente managing director della controllata inglese e direttore delle vendite estere della società. Un’azienda, di cui attualmente la famiglia possiede una quota azionaria di circa il 35% mentre il 65% fa capo a società di investimento del fondo Investindustrial, cresciuta negli anni, mantenendo forti radici nel Mezzogiorno, sia per linee dirette sia attraverso le acquisizioni. Tanto da diventare il primo produttore europeo di conserve vegetali e sughi pronti – e tra i principali in Italia per succhi e bevande di frutta - per il canale retail, distribuendo i prodotti con i marchi delle più grandi catene della Gdo italiane come Coop, Conad o Esselunga ed europee. Una scelta, quella di privilegiare le cosiddette private labels, che, esordisce Antonio Ferraioli "si è rivelata vincente e non vogliamo tradire".

Che l’aver scelto di sposare la causa delle private labels insieme con l’allargamento della gamma dei prodotti, dai legumi al pomodoro ai sughi e quindi alla frutta, sia stata una strategia di successo lo dimostrano i risultati economici. "L’esercizio 2022 ha visto per la prima volta nella storia del gruppo i ricavi superare la soglia del miliardo di euro fino ad arrivare a 1,018, in crescita del 17,6% rispetto agli 886 milioni del 2021. Il fatturato dell’anno scorso, confermato dal buon andamento anche di questa prima metà del 2023, dove è venuta un po’ meno la pressione dei rincari delle materie prime anche se non ci si può attendere a breve un ribasso dei prezzi allo scaffale, rappresentano per noi un importante traguardo, che dimostra la nostra solidità e la nostra capacità di crescita anche nei periodi più complessi".

Come sono stati raggiunti questi risultati record per La Doria?

"Abbiamo saputo far fronte alle criticità economiche e geopolitiche del 2022. Il dato più importante rimane sicuramente quello relativo alla crescita dei volumi, favoriti anche dalla ripresa post-pandemia e da trend alimentari che privilegiano sempre di più la dieta a base di vegetali. Crescita che ha coinvolto trasversalmente le nostre linee e i mercati in cui siamo presenti. Continueremo a operare con la nostra politica di sviluppo internazionale volta, da una parte, all’espansione in aree geografiche ad alto potenziale di crescita sia nei principali Paesi europei sia negli Stati Uniti, e dall’altra a migliorare il nostro posizionamento a livello internazionale nei segmenti di mercato in cui siamo già presenti".

Un percorso per cui avete approvato un nuovo piano di investimenti per il 2023 da 38 milioni di euro. In cosa consiste?

"Siamo stati molto contenti nell’annunciare questo nuovo importante piano di investimenti, che traduce in azioni concrete i principi rappresentativi della nostra azienda. Oltre agli interventi che ci permetteranno di aumentare la capacità produttiva che vede oggi sei impianti in Italia (4 al Sud – Angri, Sarno, Fisciano e Lavello - e due in Emilia Romagna a Faenza per le puree di frutta e a Parma per i sughi pronti in vetro) e rendere ancora più innovativi ed efficienti aspetti legati alla produzione, siamo particolarmente orgogliosi di poter ampliare ulteriormente i nostri progetti in ambito Esg. Per la sostenibilità saranno investiti 7 dei 38 milioni, confermando così il nostro impegno nella transizione energetica che ha sempre fatto parte del Dna de La Doria, un’azienda orientata alla sostenibilità ambientale – anche per quanto riguarda il packaging con l’autoproduzione del 98,8% del fabbisogno di scatole in banda stagnata –, l’efficienza produttiva e l’innovazione tecnologica".

Che cosa significa essere un’azienda del Sud che vince sui mercati europei?

"Il 2022 è stato un anno caratterizzato da alcune importanti difficoltà, dall’aumento dei costi delle materie prime al caro energia. Tuttavia la nostra azienda ha dimostrato un’incredibile resilienza, raggiungendo traguardi ambiziosi senza al contempo lasciare indietro i nostri principi e obiettivi di sostenibilità e di radicamento al territorio con un occhio di riguardo verso la filiera e le comunità. Comunità per La Doria significa contribuire alla crescita locale e consolidare il legame con il territorio. Infatti, il valore generato dal gruppo viene in gran parte ridistribuito nel territorio di riferimento in cui operiamo, prevalentemente il Sud Italia, attraverso la creazione di occupazione e l’utilizzo di un’elevata percentuale di fornitori locali. In particolare, il 57% della spesa per le materie prime è proveniente da fornitori locali, e il 78% di quella per i servizi proviene sempre da fornitori locali. Fornitori che garantiscono la qualità del prodotto e l’eccellenza del made in Italy".

Qualità garantita anche dai dipendenti?

"La capacità di un’azienda di essere competitiva sul mercato e continuare a crescere passa necessariamente per lo sviluppo delle persone che la compongono, che rappresentano i pilastri di tutta la realtà aziendale. Per questa ragione nel 2022 abbiamo erogato complessivamente quasi 17.000 ore di formazione ai circa 800 dipendenti in Italia. Inoltre abbiamo deciso di supportare i dipendenti in un periodo caratterizzato da forti incrementi del costo della vita attraverso l’erogazione di un contributo economico dal valore di 600 euro netti erogato all’inizio delle festività natalizie".