"Serve l’accordo con TikTok E più streaming premium"

"Serve l’accordo con TikTok  E più streaming premium"
"Serve l’accordo con TikTok E più streaming premium"

QUELLO DELLA MUSICA rimane un mercato in espansione. "Il +9% dello scorso anno dice che in Italia il trend sta crescendo costantemente, anche se con incrementi un po’ più bassi di quelli preventivati", spiega Andrea Rosi, presidente e Ceo di Sony Music Italy. "In Europa nei servizi di streaming per tasso di conversione da utenti free a premium occupiamo l’ultimo posto. Da noi è il 13% mentre in altri paesi arriva al 40-50, in alcuni casi addirittura al 60%. Credo dipenda da un fattore culturale. I numeri della fruizione streaming stanno migliorando e le potenzialità di crescita per i prossimi anni sono enormi. Ma il tema è pure un altro…".

Quale?

"Trovare un accordo economico soddisfacente con Tik Tok avrebbe un impatto economico importante sul mercato. Sono in corso trattative a livello globale, vedremo".

Com’è divisa oggi per Sony Music Italy la torta discografica fra i diversi generi?

"Varia abbastanza. Su un partner come Spotify, ad esempio, l’85% del business è fatto da brani fuori dalla top 200. Questo vuol dire che a muovere il mercato sono milioni di brani che non arrivano in vetta e che quelli in classifica rappresentano solo la punta dell’iceberg".

Quant’è la produzione?

"Spotify è arrivata a 100 mila brani nuovi al giorno. Una follia che, per eccesso di offerta, complica enormemente la ricerca della musica che ci piace. Da noi in Italia la musica internazionale è molto rilevante sul versante del catalogo, ma molto meno su quello delle novità; basta pensare che i primi 20 album della classifica Fimi 2022 sono tutti italiani tranne quello di Harry Styles. Se parliamo di catalogo, invece, il rapporto cambia con un 60% di musica italiana e un 40% internazionale".

Classica e jazz?

"La classica non ha seguito la conversione allo streaming che hanno avuto le altre musiche. Oggi da noi il comparto arriva sì e no al 2%".

L’area urban?

"Se in questi tredici anni di presidenza ho avuto un rimpianto è stato quello di non aver capito subito il fenomeno della musica rap in Italia. Universal è stata più rapida; mentre noi insistevamo sul pop, loro puntavano su Fabri Fibra e i Club Dogo. In un paio d’anni, però, con investimenti mirati siamo riusciti ad allinearci. Tedua, ad esempio, ha appena pubblicato un gran disco".

Nuovi settori?

"Stiamo investendo tanto sul mercato dei bambini, che poi è quello dei genitori. Lo streaming, infatti, è molto ‘kids friendly’. ‘Alexa suonami lo Zecchino d’Oro’ è una richiesta ricorrente in molte famiglie, con i risultati commerciali che questo comporta. Inoltre, abbiamo in scuderia Carolina Benvenga che è la megastar del più piccoli arrivata di recente al miliardo di streaming".

L’uscita da Sony Music di Pico Cibelli, attuale Presidente di Warner Music Italy, ha comportato un consistente passaggio di professionalità dall’una azienda all’altra.

"Dico sempre che il personale va e viene, ma la Sony rimane. La rivoluzione ha avuto impatto zero sull’attività operativa e questo è quel che conta".

Ora?

"Abbiamo prospettato una crescita del 10%. La programmazione è più che solida, anche se c’è l’incognita Sanremo. Oggi i periodi caldi del mercato discografico sono l’estate e il Festival. Col passaggio dal fisico al digitale il mercato natalizio è scomparso o quasi e i tempi in cui tra novembre e dicembre le case discografiche realizzavamo quasi metà del fatturato annuo sono lontani".