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Redazione
Moda

Raffaella Carrà: gli abiti di scena in mostra al Teatro del Giglio di Lucca

Il 18 giugno Raffaella Carrà avrebbe compiuto ottant’anni. L’esposizione “Com’è bello far la moda” rende omaggio alla regina della televisione italiana

Raffaella Carrà a Sanremo 2014
Raffaella Carrà a Sanremo 2014

Paillettes, frange, contrasti optical in bianco e nero, tute in lamè: tutti i colori di Raffaella Carrà protagonisti della mostra “Com'è bello far la moda”, inaugurata domenica e visitabile gratuitamente tutti i giorni dalle 11 alle 18 fino al 24 giugno presso gli spazi del foyer e del ridotto del Teatro del Giglio di Lucca. L’esposizione è un sentito omaggio alla regina incontrastata della televisione italiana, scomparsa due anni fa, il 5 luglio del 2021, e anticipa la prima edizione del Lucca Fashion Week(end) (in programma il 23 e 24 giugno), la due giorni dedicata alla moda e all’artigianato che accenderà le già suggestive vie della cittadina toscana.

30 costumi di scena realizzati tra il 1978 e il 2008

Gli abiti esposti appartengono alla collezione privata di Giovanni Gioia e Vincenzo Mola, due salernitani che, nel corso degli anni, hanno raccolto ben 350 outfit. I trenta costumi in esposizione abbracciano un periodo di tempo che va dal 1978, era l’epoca di “Ma che sera” (il varietà del sabato sera aperto dalla leggendaria sigla “Tanti auguri”, il cui ritornello “Come è bello far l'amore da Trieste in giù”, viene richiamato dal titolo della mostra), fino al 2008, anno che vide in onda la quarta edizione di “Carramba che fortuna”. L’esposizione è un susseguirsi di look firmati da grandi professionisti del mondo dello spettacolo, da Corrado Colabucci a Luca Sabatelli, da Graziella Pera a Gabriele Mayer. Un caleidoscopio di colori, bianco, rosso, nero blu, accesi da paillettes e lustrini. A corredare questo viaggio nello stile, sono esposte anche 30 riproduzioni di bozzetti, alcuni appartenenti all'Archivio del costumista Stefano Rianda, collaboratore di Corrado Colabucci.

I look iconici di Raffaella: spunta l’ombelico

Ripercorrere la carriera di Raffaella Carrà attraverso i suoi look non è solo un viaggio nella storia dello spettacolo, ma un tuffo nell’evoluzione del costume e della società italiana. Fece scandalo nel 1970 l’ombelico scoperto mostrato nella sigla d’apertura di “Canzonissima”. In quell’edizione, Raffaella debuttava nello storico programma a fianco di Corrado. All’epoca “Ma che musica maestro!” fu una vera hit, vendendo circa 200.000 copie, l’anno seguente, sempre con “Canzonissima”, Raffaella piazzò in classifica “Chissà se va” e “Tuca tuca” (anche in questo caso con un balletto decisamente provocante).

Tute e tutine, lamè, paillettes e frange

Tute e tessuti dalla finitura in lamè, un grande amore di Raffaella che le ha declinate in tutti i modi, con spalle strutturate, lunghe o mini. Lurex, lycra, velluto, retine semi trasparenti: scelte audaci ma mai volgari o eccessive per una sensualità mai sopra le righe. Con la fine degli anni Settanta fanno capolino i colori fluo, negli anni Ottanta ecco le spalle voluminose e le frange che diventano, a tutti gli effetti, elementi coreografici delle performance.

Pelle, guanti, borchie: Raffaella è rock!

Amante dei lustrini, Raffaella non ha mai disdegnato, però, il total black, anche in pelle. Anche a settant’anni. A Sanremo 2014 sale sul palco con look da rocker, completo di borchie e guantini di pelle che fanno da contrasto con il suo iconico caschetto biondo. Una performance che ha accesso il palco dell’Ariston. «Che cos’è una donna se non si diverte con i vestiti» avrebbe poi detto la Carrà nell’intervista post esibizione a Fabio Fazio (era lui alla conduzione del sessantaquattresimo Festival insieme a Luciana Littizzetto). E allora… giochiamo con questa moda. Con gusto e intelligenza. Onore alla regina. Sempre.