Macché minaccia Il granchio blu si mangerà a colazione

Macché minaccia  Il granchio blu  si mangerà  a colazione
Macché minaccia Il granchio blu si mangerà a colazione

TRA QUALCHE GIORNO incontrerà, a Cattolica (Rimini), la regista tedesca Caroline Haertel, che in queste settimane è in Riviera con la sua troupe per le riprese di ‘Die Adria’ (‘L’Adriatico’). Il docufilm andrà in onda, nel 2024, sul canale televisivo pubblico europeo Arte, nell’ambito della rinomata serie ‘Arte discovery’, prodotta in collaborazione con la tv pubblica tedesca Zdf. Un bacino stimato di oltre 5 milioni di telespettatori in tutto il mondo conoscerà, dunque, l’ambizioso progetto della startup riminese Mariscadoras, fondata dalla biologa marina Carlotta Santolini, 27 anni, che nell’avventura ha trascinato quattro amiche d’infanzia: Matilda Banchetti, Ilaria Cappuccini, Giulia Ricci e Alice Pari (insieme a lei nella foto). A destare curiosità è già il nome: "’mariscadoras’ indica le donne galiziane che, per tradizione, pescano i frutti di mare e hanno lottato strenuamente per la parità dei diritti fra uomini e donne nel settore della pesca", spiega Carlotta. "In romagnolo potrebbe essere facilmente tradotto con ‘poveracciaie’, il termine con cui, per secoli, sono state indicate le donne che andavano in cerca delle vongole ‘poveracce’ (le ‘conchigliette’ tipiche dei fondi sabbiosi della costa romagnola, ndr) e si recavano poi in bicicletta, di paese in paese, per venderle al grido di ‘Purazi, doni!’ (Poveracce, donne!)".

Parla di mare, ma anche di empowerment femminile, dunque, il progetto alla base della società benefit Mariscadoras Srl, denominato ‘Blueat – La pescheria sostenibile’. Un progetto che intende coniugare i principi cardine della ‘blue economy’ (proteggere l’ecosistema marino con il minimo investimento e l’impiego di risorse già presenti nell’ambiente) con la volontà di generare un impatto positivo sulla società. Blueat ha l’obiettivo di trasformare il granchio blu – temuta specie aliena arrivata nel Mediterraneo dall’oceano Atlantico, sulla scia delle grandi navi – da minaccia a gustosa risorsa: inserito da tempo nella lista delle 100 specie aliene più nocive presenti nelle acque del Mare Nostrum (per la sua voracità e l’assenza dei suoi predatori naturali), il granchio blu potrebbe, in realtà, essere pescato e lavorato in un’apposita filiera, per essere convertito in polpa e in altri prodotti commestibili, da vendere ai mercati interessati. Carlotta si è imbattuta nel granchio blu nell’estate del 2021, in occasione di un viaggio di ricerca, durato tre mesi, lungo le rive dell’Adriatico e dello Ionio. "Avevo il compito di intervistare i pescatori sui danni causati da questa specie aliena sia alla pesca che agli allevamenti di molluschi, nonché all’ecosistema marino nel suo complesso, già fragile, del Mediterraneo", ricorda la biologa, attualmente impegnata in un corso di dottorato di ricerca sul cambiamento climatico allo Iuss di Pavia. "Una volta rientrata, ho coinvolto le mie amiche, quasi coetanee e tutte riminesi, nel progetto da cui è sbocciata, a dicembre 2021, la nostra startup".

La finalità è creare delle micro-filiere sostenibili sia per la gestione della pesca che per la trasformazione alimentare di questa specie di granchio, altamente infestante e arrivata da lontano: dall’ideazione di sistemi di cattura sostenibile all’allontanamento della domanda di mercato dalle varietà tradizionali, ormai sfruttate sino allo stremo. Si prevede, inoltre, l’introduzione di questa materia prima, per noi inedita ma già in uso in altre cucine, sulle nostre tavole, in collaborazione con alcuni chef disposti a sperimentare e a inserire, nei loro menu, piatti dedicati. La startup intende trasformare, insomma, un problema ambientale drammatico in opportunità, provando a realizzare, dunque, quell’adattamento al cambiamento climatico di cui si parla molto, ma per il quale si fa ancora troppo poco. Di recente, Mariscadoras ha annunciato la propria disponibilità ad acquistare tutto il pescato di granchio blu a un prezzo convenzionato. "Ci rivolgiamo a tutti i piccoli pescatori interessati a partecipare a questa innovativa iniziativa commerciale", hanno dichiarato le cinque fondatrici, "con l’obiettivo di pescare la maggior quantità di granchio blu (nell’ordine di tonnellate) con sistemi di pesca compatibili con l’ambiente marino e la risorsa, sia nel mar Adriatico che Ionio. Garantiamo l’acquisto del prodotto e forniremo ai pescatori l’assistenza scientifica e ambientale finalizzata alla pesca sostenibile di questa specie". La società, inizialmente autofinanziata dalle cinque socie fondatrici - ciascuna con differenti background di formazione (dal marketing all’ingegneria gestionale) - gode ora del sostegno del gruppo Intesa San Paolo e ha ricevuto diversi riconoscimenti, sul panorama sia italiano che internazionale. Tra i più recenti, lo scorso 8 marzo, il premio ‘Women in excellence award 2023 for Italy’, conferito dalla Cibpa, Canadian italian business and professional Association, associazione di Toronto che vuole celebrare i successi delle donne leader, capaci di ispirare e motivare le altre a realizzare i propri sogni.

Il progetto delle Mariscadoras, oltre ad aver attirato l’attenzione di istituzioni e comunità scientifica, ha suscitato l’interesse della società Gea Consulenti di direzione spa di Milano. Proprio il presidente Gea, Luigi Consiglio, ha aperto a una collaborazione con la società riminese per strutturare la ‘filiera del granchio blu’, estesa dal pescatore al distributore e sviluppata coinvolgendo grandi operatori stranieri, sia per la trasformazione che per la commercializzazione del prodotto finito.