La passione di Smet per i trasporti più ’green’

La passione  di Smet  per i trasporti  più ’green’
La passione di Smet per i trasporti più ’green’

di Paolo Galliani

Tesi selettiva: una sana gestione imprenditoriale ha bisogno di buone pratiche. E tempismo, perché fa correre le idee ma anche le cose: se c’è un momento per investire sulla svolta green, è proprio quello attuale. E a 76 anni dalla fondazione, che SMET sia un capofila dell’industria votata al trasporto sostenibile delle merci e alla graduale decarbonizzazione della mobilità su strada è pura evidenza.

Come è giusto aspettarsi da un Gruppo che viaggia su un fatturato da 450 milioni di euro (dato 2021); che muove un parco veicolare di oltre 5.500 unità di carico; che dà lavoro a 2mila persone; che opera, oltre che in Italia ma anche in altri 8 Paesi d’Europa e del bacino Mediterraneo. E che lo fa, dando prova di un’attenzione non solo di facciata al grande tema dell’impatto ambientale. Lo conferma l’elevato utilizzo di mezzi Eco Truck di ultima generazione alimentati a LNG (Gas Metano Liquido), seguiti, in anni recenti, dai veicoli elettrici o alimentati a biogas a cui presto si aggiungeranno quelli ad idrogeno. E lo rivela la strategia per abbinare al trasporto su strada soluzioni meno inquinanti.

E qui è ovvio il riferimento al trasporto intermodale marittimo, specie sulle rotte del Mediterraneo e del Mar Baltico, che proprio SMET ha potenziato, fondando, già nel ’96, le famose ’Autostrade del Mare’ in partnership con il Gruppo Grimaldi. Una versatilità diventata l’impronta digitale dell’azienda guidata dall’amministratore delegato Domenico De Rosa, accreditata tra i principali player del Vecchio Continente nel panorama della logistica integrata, con le sue soluzioni complete nei settori automotive e glass, del food e del freddo.

Illuminante la crescita esponenziale degli ultimi anni, all’insegna dell’innovazione, certificato anche dalla recentissima decisione del Gruppo (inizio 2023) di sviluppare l’AIT, l’intelligenza artificiale per fare fronte alla cronica mancanza di autisti (ne mancano 400mila in Europa, 50mila nella sola Italia), per gestire meglio l’organizzazione degli addetti (1200) e per efficientare i percorsi dei veicoli attraverso l’Europa, riducendo i chilometri di viaggio e di conseguenza le emissioni inquinanti.

Profilo del Gruppo Smet rintracciabile anche nell’accordo sottoscritto con l’Università Parthenope di Napoli: una challenge per gli studenti della Facoltà di Ingegneria perché creino modelli di mobilità senza impatto ambientale, in linea con il nuovo regolamento UE che prevede l’obbligo delle zero emissioni nel 2035. Obiettivo evidente: prenotare il futuro.