La lettera di Marx all’editore: "I francesi capiranno Il Capitale?"

Il filosofo in tre pagine espone i suoi timori in vista dell’uscita della traduzione: "Lo spirito è rivoluzionario".

Andrà all’asta a Londra da Christie’s il prossimo 12 luglio una lettera autografa del filosofo tedesco Karl Marx (1818-1883) al suo editore francese Maurice Lachâtre sullo "spirito rivoluzionario" di Das Kapital. Scritta da Londra il 7 marzo 1872, la lunga lettera (tre pagine, valutata curca 200mila euro) sottolinea l’approccio originale alla base de Il Capitale, ed esprime il timore che il libro venga accolto male in Francia.

Rivolgendosi a Maurice Lachâtre in vista dell’imminente traduzione in francese, Marx metteva in guardia l’editore: "Spero che il libro non vi provochi ulteriori persecuzioni. Il metodo è molto diverso da quello applicato dai socialisti francesi e da altri. Non parto da idee generali come l’uguaglianza, ecc. ma inizio, al contrario, con l’analisi oggettiva dei rapporti economici così come sono, ed è per questo che lo spirito rivoluzionario del libro si rivela solo gradualmente. Temo invece che l’aridità delle prime analisi scoraggi il lettore francese. Tuttavia, nei primi capitoli ci sono alcuni convenevoli antireligiosi che potrebbero offendere i devoti della repubblica rurale".

Le preoccupazioni espresse da Marx non erano prive di fondamento: il suo timore che il panorama politico francese fosse indifferente si rivelò valido quando un amministratore giudiziario nominatoper supervisionare gli affari di Lachâtre cercò di rinviare la pubblicazione.

I rapporti di Marx con Lachâtre furono a volte difficili e sembra che il suo editore all’inizio vendesse le copie dell’edizione con esitazione. Tuttavia, l’"aridità" delle prime analisi e le battute "antireligiose" non dissuasero il pubblico dei lettori francesi e quando l’opera uscì come libro unico, dopo le puntate tra il 1872 e il 1875, fu con una tiratura di diecimila copie, la più grande fino ad allora. Marx nella lettera fa anche riferimento a un progetto di biografia, osservando che Friedrich Engels è troppo oberato di lavoro per occuparsene.