La corsa agli imbarchi e il rischio overbooking

LA VOGLIA ANDARSENE in vacanza e tornare a viaggiare è più forte di rincari e overbooking, ormai divenuti un problema di cui tener conto per chi è in partenza, o sogna di farlo, per le mete più iconiche italiane ed estere. Che siano spiagge, città d’arte, località montane o isole l’estate 2023 promette di polverizzare ogni record come conferma nel suo ultimo studio l’Osservatorio Astoi di Confindustria Viaggi, l’Associazione che rappresenta oltre il 90% del mercato del Tour Operating italiano, relativamente alle scelte degli italiani per le vacanze estive. In base alle prenotazioni registrate al 31 maggio la crescita più alta, in termini di ricavi, è rappresentata dall’Egitto che registra un +46% sul 2019, mentre la Tunisia ha triplicato i volumi rispetto all’ultimo anno pre-pandemico. Anche il Belpaese si riconferma meta prediletta tra i nostri connazionali e registra un incremento superiore al 6% rispetto all’estate 2019.

Non crescono solo club e villaggi, ma anche il cosiddetto “prodotto generalista“ che comprende alberghi, residence e aparthotel, merito del cambio di abitudini dei consumatori che dopo anni di “fai da te“ sono tornati a rivolgersi alle agenzie specializzate. I passeggeri aeroportuali attesi in Italia secondo le stime di Data Appeal e Unwto sono almeno 1.844.000, di cui l’84% di origine internazionale ed il 16% italiana. Entro la fine di giugno nei principali scali italiani saranno si prevedono 944mila arrivi, in aumento del +8,6% rispetto al 2022. Già il primo trimestre 2023 ha dato i primi segnali di grande crescita dei flussi: tra gennaio e marzo 2023, il turismo internazionale è aumentato dell`+86% rispetto allo stesso periodo del 2022.

I viaggiatori internazionali in Italia sono circa 15 milioni, con un aumento del +42,0% sul 2022 ed un recupero dell`87,7% sul medesimo periodo del 2019. Si sceglie l`Italia soprattutto come meta di vacanza (30% circa dei viaggiatori) e per motivi di lavoro (21,4%). Ma anche per visitare parenti e amici (14,6%) e per shopping (11,8%). Il 71,7% dei flussi proviene dai Paesi dell’Unione Europea, principalmente da Francia e Germania. Il 18,3% dall’area extra europea, soprattutto dal Regno Unito. Secondo le stime Unwto, nel primo trimestre 2023, gli arrivi internazionali raggiungono l’80% dei livelli pre-pandemia (-20% su gennaio-marzo 2019), sostenuti dai forti risultati in Europa (-10%) e Medio Oriente (+15%).