Imprese a caccia di dipendenti "Faticoso trovare i profili richiesti Avanti con la transizione digitale"

Il direttore Irpet, Sciclone: "Il 63% delle aziende lamenta criticità maggiori del periodo pre-Covid con punte del 76% nel turismo. Fondamentale investire in innovazione per migliorare l’offerta".

Imprese a caccia di dipendenti  "Faticoso trovare i profili richiesti  Avanti con la transizione digitale"
Imprese a caccia di dipendenti "Faticoso trovare i profili richiesti Avanti con la transizione digitale"

FIRENZE

La difficoltà delle imprese toscane nel trovare personale non accennano a calare, tanto da riguardare il 96% del campione esaminato. Lo dimostra un recente studio dell’Irpet, l’Istituto regionale per la programmazione economica della Toscana.

Dai risultati dell’indagine, condotta a giugno 2023 coinvolgendo circa 600 aziende, emerge in modo forte l’aumento delle difficoltà di reperimento negli ultimi anni. In particolare, le imprese che lamentano maggiori problemi rispetto al periodo pre-pandemia sono il 63%, che sale al 76% nel turismo. Le difficoltà derivano soprattutto dalla mancanza di candidati (48%) e solo secondariamente dalla qualità della domanda (21%) e dell’offerta di lavoro (31%).

Dietro al dato aggregato si nascondono tuttavia differenze di una certa rilevanza tra le imprese della manifattura e quelle dei servizi turistici. Infatti, se nell’industria la qualità dei candidati ha un peso importante nello spiegare le difficoltà di reperimento (44% delle imprese), nel turismo prevalgono motivazioni legate alle caratteristiche del lavoro offerto (31%). Scendendo a livello territoriale, si osserva che la mancanza di candidati è un problema soprattutto per le imprese turistiche delle aree meno centrali (59%), mentre le condizioni di lavoro sono un limite per l’incontro fra domanda e offerta nel turismo costiero e di città.

Nella manifattura, la carenza di competenze adeguate allo svolgimento del lavoro è un problema sentito più dalle imprese della Toscana centrale, rispetto a quelle localizzate in altre zone della regione. "Lo studio – spiega il direttore di Irpet, Nicola Sciclone - mette in evidenza che la difficoltà di trovare personale non è legata solo alla carenza di competenze, ma anche a un diverso approccio dei candidati, che cercano condizioni di lavoro migliori e più in linea con il proprio iter di studi. Quando poi il tema è davvero la preparazione, questo accade per competenze estremamente specifiche, attinenti alla fase produttiva, non trasversali. Infine, la ricerca ci mostra che la transizione digitale e l’innovazione non riguarda ancora la maggioranza delle imprese".

E proprio questo punto si dimostra cruciale per il futuro. "Le strade sono due – continua Sciclone – o smettiamo di lamentarci del fatto che, in Italia, abbiamo meno laureati di altri Paesi europei, oppure creiamo per loro un vero mercato. Al momento attuale infatti, il mondo produttivo italiano non è in grado di assorbire neppure i laureati che abbiamo, benché in numero inferiore ad altri Paesi. Dobbiamo scegliere se iniziare a dire ai giovani di fare un passo indietro rispetto alle proprie aspirazioni, oppure cogliere le opportunità che ci sono, anche grazie al Pnrr, per mettere insieme industrializzazione, innovazione e conversione ecologica".

Tornando allo studio, le risposte evidenziano che a spingere i protagonisti dei due "settori critici" ad assumere sono ragioni diverse in base ai settori. Nel caso del turismo si cerca soprattutto personale temporaneo, mentre nella manifattura la domanda di nuove risorse è legata in primis alla sostituzione di personale cessato per anzianità, seguita dall’aumento di volumi produttivi.

"Le riposte che possiamo provare a dare tutti insieme sono molte – conclude Sciclone –. Oltre alla già citata e fondamentale riqualificazione del lavoro, attraverso un serio investimento vero in innovazione e digitalizzazione, dobbiamo portare avanti una seria programmazione dei flussi migratori per i lavori meno qualificati. Per migliorare le competenze legate a funzioni tecniche precise (operai specializzati, tecnici, periti) vanno poi valorizzati istituti tecnici professionali, Its e Ifp. Infine serve una politica di orientamento che permetta ai giovani di scegliere consapevolmente la strada più adatta a sé, compatibilmente con le opportunità di lavoro esistenti".

Lisa Ciardi