Grafite, litio e colbalto il petrolio del futuro

LA CINA È STRATEGICAMENTE più preparata dell’Europa alla transizione verde e ha un vantaggio di almeno 15 anni nelle attività di estrazione e di lavorazione delle materie prime che alimenteranno l’industria a zero emissioni. Con la legge Critical Raw Materials Act, quest’anno l’Ue ha intensificato notevolmente gli sforzi per garantire l’accesso futuro a materie prime come il litio o il cobalto, fissando chiari parametri di riferimento per la sua autonomia in materia di materie prime considerate strategiche. Entro il 2030, il 10% della domanda europea di materie prime critiche dovrebbe provenire dall’estrazione sul territorio dell’Unione, il 15% dal riciclo e il 40% della lavorazione dovrebbe avvenire in Europa.

Questi parametri saranno difficili da raggiungere, considerato che attualmente l’Europa è in grado di estrarre e lavorare solo una minima parte del suo fabbisogno di materie prime critiche e si prevede che la domanda aumenti in modo esponenziale. Secondo le proiezioni della Banca Mondiale, la domanda di minerali ad alto impatto come grafite, litio o cobalto aumenterà del 500% entro il 2050. L’Ue dipende attualmente al 100% da fornitori stranieri per 14 delle 27 materie prime critiche e al 95% per altre tre, in base a un rapporto dell’Istituto tedesco per la ricerca economica (Diw). La maggior parte delle importazioni proviene dalla Cina, che detiene un quasi monopolio in questo campo. L’Ue, ad esempio, importa attualmente dalla Cina il 93% del magnesio e l’86% delle terre rare. La Cina è inoltre dominante nella lavorazione di altre materie prime, anche se non le estrae. Mentre solo il 9% del litio mondiale viene estratto in Cina, circa il 60% viene raffinato da impianti cinesi. L’Ue affronta questo problema con un articolo soprannominato "clausola Cina" della nuova legge, con cui si punta a non dipendere per più del 65% da un singolo Paese.

Un primo passo in questa direzione è stato già compiuto a metà giugno, durante il viaggio di Ursula von der Leyen in Sud America. Con il presidente argentino Alberto Fernández è stato firmato un memorandum per la creazione di una filiera comune nelle materie prime per la transizione ecologica. L’accordo rientra nel Global Gateway, la strategia dell’UE per la costruzione di infrastrutture nel mondo che punta a offrire un’alternativa alla Belt and Road Initiative cinese.

Elena Comelli