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MARIATERESA MASTROMARINO
Scuola

Fondazione Super "Così apriamo le porte ai ragazzi che puntano alle discipline pratiche"

Dalle tecniche civili dell’edilizia all’ambito della trasformazione del cibo: si allargano le prospettive delle lauree a orientamento professionale. Il presidente Marconi: "Nuovo corso in arrivo da settembre".

Fondazione Super  "Così apriamo le porte  ai ragazzi che puntano  alle discipline pratiche"
Fondazione Super "Così apriamo le porte ai ragazzi che puntano alle discipline pratiche"

di Mariateresa Mastromarino

Chi pensa che l’università sia indicata solo per gli ex studenti liceali si sbaglia.

Sdogana questo preconcetto la Fondazione Super, Scuola Universitaria per le Professioni Tecniche, nata dalla riflessione e dal lavoro congiunto tra l’ente d’istruzione e le imprese, che nel 2021, a livello regionale, muove i suoi primi passi, dando l’opportunità e la possibilità agli studenti e alle studentesse, che hanno scelto in precedenza un percorso scolastico professionale, di ottenere un titolo di studio universitario nell’ambito delle formazioni tecniche.

Presidente Lorenzo Marconi, anche professore dell’Alma Mater di Bologna, come si può definire la Fondazione Super?

"Fondazione Super apre ai suoi soci fondatori tutte le università della regione Emilia-Romagna, come le Università di Bologna, di Ferrara, di Cesena, di Reggio-Emilia e di Parma, e tutte le articolazioni di Confindustria della regione. In più, c’è l’associazione politecnica dell’Itis. La Fondazione nasce per cercare di fare un’azione comune tra pubblico e privato, quindi con gli atenei e il sistema industriale, al fine di promuovere in maniera uniforme queste nuove lauree a orientamento professionale, che sono state lanciate con un decreto ministeriale nel 2020 dal ministro Gaetano Manfredi. Si tratta di lauree triennali con impronta applicativa pratica che puntano a formare delle professionalità in vari ambiti, che siano già mappate su quelle che sono le attività e i ruoli operativi delle aziende. Il ’risultato’ sono laureati con capacità pratiche e operative".

Com’è strutturato il percorso?

"In tutti i percorsi di studio è previsto un periodo di tirocinio significativo nelle aziende, che costituisce un terzo del percorso. Le aziende sono fortemente coinvolte e danno anche formazione, perché ci sono attività in aule e laboratoriali. L’obiettivo è formare gli studenti anche da un punto di vista mentale e pratico. Metodologia che ha ovviamente un’impronta diversa da quella ’classica’. In sostanza, c’è più commistione tra la parte accademica tradizionale e il ruolo industriale. Le attività sono di concerto con l’Itis, società di uno dei fondatori di Super, con l’obiettivo di intercettare i ragazzi con predisposizione maggiore verso gli aspetti pratici, creando un ecosistema regionale".

Quanti sono i corsi?

"Le classi di laurea sono tre, suddivise in campi diversi. La prima è legata alle tecniche civili dell’edilizia, che strizza l’occhio principalmente ai geometri. La seconda è legata all’ambito agrario e alla trasformazione del cibo, e l’ultima, infine, si collega al mondo della meccatronica e dell’ingegneria. All’interno di queste tre classi, in regione, attualmente, ci sono undici iniziative sparse nei vari atenei. Ma da settembre ne prenderà il via anche un’altra, relativa a materiali compositi e polimerici".

Come si accede?

"Da quest’anno abbiamo attivato il Tolc (test per chi vuole accedere ad un corso di laurea che richiede una valutazione delle conoscenze iniziali prima dell’immatricolazione ndr) come metodo di selezione, che è specifico su questo tipo di laurea. L’obiettivo non è essere discriminatori, perché vogliamo proporre anche a chi non ha scelto gli studi liceali un percorso formativo universitario. L’esame di ingresso è molto neutro e più accessibile, perché tocca aspetti in maniera omogenea".

Cosa dicono i numeri?

"Ogni corso ha un numero di studenti programmato, cioè è a numero chiuso. Questo è legato alla capacità dei laboratori e delle aule, e dipende dal singolare corso di studio. A Bologna, ad esempio, meccatronica ospita 110 studenti all’anno, di cui 50 rimangono a Bologna, 30 sono a Imola e altri 30 a Lugo. Questo modello è a centri per mantenere classi limitate, insediandole dove c’è tessuto industriale produttivo".