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FRANCESCO MORONI
Scuola

Ferrara guarda in alto "Aumentano gli iscritti: siamo vicini ai 30mila"

La rettrice Laura Ramaciotti: "Ci siamo consolidati sotto ogni punto di vista. Investimenti strutturali per 140 milioni di euro. La ricerca è al centro di tutto".

Ferrara guarda in alto  "Aumentano gli iscritti:  siamo vicini ai 30mila"
Ferrara guarda in alto "Aumentano gli iscritti: siamo vicini ai 30mila"

di Francesco Moroni

"Il nostro ateneo ha avuto una crescita consistente: accanto a una tradizione che vanta oltre 600 anni di storia, dai circa 18mila studenti del 2017-2018, siamo passati ai 28mila di questo momento. E arriviamo anche a 30mila se si aggiungono i fuoricorso". Laura Ramaciotti, rettrice dell’Università degli Studi di Ferrara, racconta gli ultimi passi in avanti di un ateneo sempre più a misura di studente, "dove si respira l’aria di un campus", dove sempre più giovani scelgono di iscriversi per perfezionare il proprio percorso accademico. "C’è un aumento significativo, in termini di iscrizioni, della popolazione studentesca – spiega –. Il trend è dovuto alla scelta strategica di aumentare un po’ le numerosità di alcuni corsi e soprattutto a una crescita della domanda negli atenei del Nord".

Rettrice Ramaciotti, ci dica di più.

"È evidente come molti abbiano scelto l’ateneo estense, in particolare per la laurea Triennale: da Scienze della comunicazione ai corsi di Economia e Management, per arrivare all’ambito biomedico. Ho sempre detto che, durante il mio mandato, avrei puntato al consolidamento dell’ateneo, legato alle necessità in termini di aule studio, laboratori, personale sia docente che tecnico. Abbiamo fatto investimenti strutturali per oltre 140 milioni di euro. Il tutto, per compiere questo salto dimensionale in maniera adeguata".

E per le risorse?

"Operiamo una politica molto accurata anche in termini di bilancio: quest’anno abbiamo chiuso il consuntivo con 42 milioni di euro di avanzo. Un importo molto significativo, che permette di ragionare agevolmente in termini di investimenti. Contestualmente c’è stato un aumento dei fondi e delle dotazioni per la ricerca, sia con il fondo Far (Fondo annuale di ricerca, ndr) sia per quanto riguarda la risorse date ai vari dipartimenti, che poi vengono reindirizzate verso i progetti più validi. E ci siamo battuti come dei leoni per i fondi del Pnrr".

La ricerca, per voi, è un pilastro fondamentale?

"L’Università di Ferrara è cresciuta molto su questo fronte e anche su quello della didattica: i due ambiti vanno sempre di pari passo. E sono assolutamente convinta che, dove viene realizzata una ricerca di qualità, competitiva e aggiornata, anche la didattica può mantenere uno standard elevato. Così come, allo stesso modo, la terza missione può godere di un polmone dal quale attingere in termini di risultati da valorizzare in varie forme: dai brevetti agli spin-off, fino al ‘public engagement’, su cui stiamo puntando molto".

Come mai?

"Siamo convinti del ruolo che l’università ha in termini di divulgazione scientifica, anche per i non addetti ai lavori. Oggi siamo bombardati da notizie più o meno attendibili, direttamente sul nostro telefono: pochi giorni fa ho partecipato a un incontro sul ‘dottor Google’, un focus su come quotidianamente abbiamo a che fare con il motore di ricerca. Penso, invece, che le fonti debbano restare autorevoli. E chi se non l’università?".