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EVA DESIDERIO
Moda

Armani, il tempo delle rose. "Ma l’alta moda c’è ancora?"

A Parigi la collezione “privé“ nel segno della passione e dei colori ardenti. Re Giorgio riflette: "Non vedo più ricerca, manca l’emozione del confronto"

Armani sfila a Parigi con 'Il tempo delle rose'
Armani sfila a Parigi con 'Il tempo delle rose'

Parigi, 4 luglio 2023- “L’educazione al bello? È molto difficile, è un dono di natura. Io ci ho messo un po’ di tempo ma forse oggi ci sono riuscito", confessa con un sorriso azzurro bello e limpido Giorgio Armani, 89 anni il prossimo 11 luglio, in formissima, smagliante d’ironia e di impegno creativo nel presentare qui a Parigi – alla sfilata Alta moda inverno 2023-2024 – la collezione Armani Privé, la sua haute couture, intitolata Le temps des roses perché dedicata a questo fiore eterno, simbolo di amore e di grazia inarrivabile, dal fascino misterioso e senza tempo, che sboccia sugli abiti di una collezione sontuosa per lavorazioni eccelse, ricami impossibili, tessuti sperimentali, in un tripudio di rosso e nero carnale e seducente, ma anche di oro soffuso nel beige.

Agnese, la sua modella d’atelier, è ieratica nell’abito da sera rosso fuoco che ricorda alcuni abiti da sposa del Medioevo dove questo colore simboleggiava l’amore ardente. "È un abito molto spettacolare – dice Giorgio Armani toccando i metri e metri di tulle scarlatto – sennò non è più alta moda".

E poi, dopo la spettacolare e applauditissima passerella in un salone degli Invalides, mostra la carrellata dei 68 modelli che raccontano la sua idea di haute couture. "Ci sono completi pseudo orientali e occidentali, pieni di ricchezza di materia e di lavorazioni – dice il grande stilista che il 2 settembre prossimo festeggerà il suo connubio col cinema alla Mostra di Venezia – e perfino lo smoking è visto con occhi orientali. E poi la rosa fiore per eccellenza, e spicca sul seno, sulle spalle, sulle scollature, sui ricami fragilissimi come cristalli insieme a pagode stilizzate".

Gonne lunghe, morbide, top preziosi come scrigni, pantaloni di pavè di cristalli neri, cappe con rose di crinolina a tutta contemporaneità. "Mi piace guardare alla tradizione del vestire all’orientale – dice Armani – perché un tempo loro si vestivano meglio di noi. E questa loro storia mi intriga sempre".

Tacchi sempre alti e sottili, borse come gioielli, una seta spalmata che sembra raso, tutti i toni del rosso, dal lacca al petalo, invadono la passerella a scacchiera bianco e nera in uno spazio che ricorda molto il teatrino famoso di via Borgonuovo a Milano.

Città che ha permesso a Giorgio di diventare l’Armani nazionale, lo stilista più famoso e amato al mondo. Milano che torna nei pensieri dello stilista che in queste ore sta riflettendo su cosa fare, se continuare a sfilare a Parigi durante i giorni dell’haute couture come fa da dieci anni col suo Armani Privé, oppure tornarsene nella sua città, "dove in via Borgonuovo ho un magnifico palazzo del Settecento".

Il Maestro riflette e guarda una realtà che spesso non gli piace più tanto. "Ognuno può fare quello che vuole ma io sono un po’ perplesso su quello che vedo sfilare in queste giornate, salvo un paio di nomi mi pare che gli altri non facciano alta moda. Io invece mi colloco in una Parigi che ricordavo un po’ più glamour. E allora mi chiedo: cosa faccio, resto qua dove l’alta moda somiglia sempre più a un pret-à-porter molto alto o me ne vado? Io faccio con Armani Privé una cosa diversa dal pret-à-porter, vesto signore ricche che vogliono cose esclusive, solo cose di atelier – continua Giorgio Armani – insomma come faceva una volta Yves Saint Laurent... Parigi è Parigi, ma mi chiedo: dove è andata a finire l’alta moda? Non mi sembra ci sia più una grande ricerca e non sento più l’emozione del confronto".

Un bel dilemma che si stempererà con le riflessioni che il Signor Armani farà prossimamente quando andrà in vacanza. Resta il fatto che lui è puro orgoglio d’Italia, ambasciatore della moda italiana anche qui a Parigi.